“È stata una sorpresa e, allo stesso tempo, un enorme riconoscimento per tutta l’associazione presente a Cuba da 25 anni: un fatto straordinario, inatteso, che contemporaneamente mi ha riempito di grande soddisfazione e acceso un forte senso di responsabilità”: tornato a Tarquinia dopo il viaggio a Cuba per la quinta Conferenza Internazionale “Por El Equlibrio del Mundo – Con Todos y Para el Bien de Todos – Diálogo deCivilizaciónes”, Luca Bondi racconta le sue emozioni, traccia bilanci e non manca di togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo la nomina a membro del Consejo Mundial del Proyecto José Martí, organismo dell’Unesco.
“Torno in città colmo di gioia e gratitudine verso il designatore, il Prof. Torres Cuevas, e gli altri membri del Consejo. – le parole del presidente di Semi di Pace – Ora l’impegno sarà diffondere in Italia, attraverso il Centro Internazionale di Studi sulla Pace e la Fraternità tra i Popoli, il pensiero filosofico, politico, letterario e giuridico di José Martí, apostolo dell’indipendenza cubana a cui anche Italia ed Europa dovrebbero attingere, in quanto esponente del pensiero umanista più autentico”.
Il riconoscimento di inizio gennaio segna la fine di un 2022 durissimo dal punto di vista umano, con i fuochi di guerra accesisi in Europa e le emergenze umanitarie che ne sono conseguite, ma anche di decisa conferma della capacità di Semi di Pace di dare risposte a chi è in cerca di aiuto, a ogni livello. “L’associazione celebra, quest’anno, i 43 anni dalla fondazione. – le parole di Bondi – Quello compiuto sin qui è un percorso significativo, che ha visto uno sviluppo in Italia e nel mondo e che, anno dopo anno, di fronte a difficoltà e criticità sempre nuove, ci ha visto costantemente strutturarci per essere sempre più organizzati e pronti ad accogliere le via via nuove fragilità sociali”.
Insomma, una capacità di accoglienza cresciuta nel corso di oltre quattro decenni e che Luca Bondi riassume, numeri alla mano, spiegando come “nel 2022 siamo arrivati a sostenere, settimanalmente, circa 700 persone: non solo i rifugiati ucraini in enorme difficoltà, ma anche molti cittadini e famiglie di Tarquinia e dei comuni limitrofi. Oltre a tutte le altre seguite dalle reti territoriali in cui l’associazione è presente”.
“Senza dimenticare la Cittadella, – continua Bondi – che dal 2000 ci vede impegnati in ormai ventitré anni di attività che l’hanno vista diventare un luogo recuperato per la città, per il territorio, per l’Italia e per il mondo. Un luogo di incontri, inclusione sociale, integrazione, formazione che ha visto in visita migliaia di studenti, ma anche istituzioni, ambasciatori, poveri, famiglie… Per finire con i memoriali, vere e proprie tappe formative per i giovani: quello della Shoah, nei soli anni pre Covid, cioè 2018 e 2019, aveva ricevuto oltre 10.000 visitatori, comprese prestigiose istituzioni, a partire dall’allora presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, o la presidente delle Comunità Ebraiche Italiane, dott. Noemi Di Segni. Ora si è aggiunto quello del migrante, che apre ai ragazzi uno spaccato anche sui drammi contemporanei”.
“L’azione di Semi di Pace sul territorio – prosegue – è strutturata per garantire un servizio alla persona su tanti fronti, cercando di rispondere a diversi tipi di fragilità o criticità. Penso all’Emporio solidale, inaugurato proprio lo scorso anno per supportare persone e famiglie che hanno necessità di sostegno nella vita quotidiana, che nel solo 2022 ha visto distribuire oltre 22.000 euro di valore in farmaci, beni di prima necessità e servizi. Ma anche ai corsi di italiano per stranieri o al Progetto Rondini per l’ascolto psicologico e l’assistenza legale, entrato nelle scuole e proprio in questi mesi attivo con una serie di incontri rivolti a insegnanti e genitori. Infine l’azione che da sempre portiamo avanti in aiuto alle persone disabili”.
Su questo tema, però, scatta un campanello d’allarme. Nella scorsa campagna elettorale tutti i candidati, compreso il poi sindaco Giulivi, avevano sottoscritto un impegno a mettere a disposizione dell’associazione l’area adiacente alla Cittadella – rendendola formalmente funzionale ai progetti dell’associazione – per realizzarvi una struttura di accoglienza e assistenza delle persone disabili rimasti sole, agevolando il difficile percorso del “Dopo di noi”.
“Una porzione di 5.000 metri quadri del Comune di Tarquinia a cui il Consorzio di Bonifica, che ne ha attualmente la disponibilità, si è detto disponibile a rinunciare – spiega Bondi – ma che ancora, per una serie di burocrazie, silenzi, rallentamenti ecc, è bloccata. Ora tutto è fermo e nel silenzio più assoluto, nonostante nostre continue sollecitazioni. E pensare che, proprio nella prima uscita da sindaco, nella domenica dopo il ballottaggio, Giulivi venne in visita alla Cittadella e davanti alle famiglie dei ragazzi disabili e a numerosi volontari disse che a settembre saremmo entrati in quell’area. Da allora, oltre tre anni senza risultati: non vorrei poter dire che il sindaco non sia un uomo di parola”.
Un silenzio che all’associazione pesa, e che Luca Bondi non lascia passare inosservato. “Te ne parlo perché penso sia giusto lanciare qualche sasso in uno stagno, sperando di suscitare qualche riflessione in questa città. Questa mancanza di dialogo, questa assenza di comunicazione, questo silenzio suonano come una vergognosa indifferenza: persino lo scorso 27 gennaio, nella ricorrenza della Giornata della Memoria, sono venuti in visita al memoriale gli esponenti dell’Università Agraria, il presidente Tosoni in primis, ma dal Comune nemmeno un segnale. E l’assessore ai Servizi Sociali l’avrò incontrato si e no due volte, ho anche scordato chi sia!”.
“Credo che il sindaco e i suoi collaboratori più vicini debbano concorrere alla coesione, al confronto rispettoso con tutti, mettendo in campo capacità di ascolto, di accoglienza, di dialogo. – continua Bondi – Perché indubbiamente giardini pubblici, arredi urbani e interventi di decoro rendono più bella una città, ma una comunità non vive di questo e amministrare una realtà non significa possederla o pensare di gestirla come un’azienda privata. Il sindaco, prima di tutto, è responsabile diell’intera comunità, di coloro che lo hanno votato e di tutti gli altri che sono stati contrari, ma che costituiscono e sono nella polis. E che sia chiaro: non è questione di destra, sinistra o di centro: è questione di essere bravi o pessimi amministratori, ed è un ruolo in cui non ci si può improvvisare”.
“A me Tarquinia oggi pare una città divisa, demoralizzata, – conclude sul tema Bondi – depredata della possibilità di un clima collaborativo tra tutte le varie realtà che costituiscono il tessuto sociale, dalle organizzazioni del Terzo settore alle associazioni artistico-culturali e sportive, passando per gli istituti scolastici”
“Se c’è una cosa che ho appreso al Consiglio mondiale – chiude Luca Bondi – è che José Martí è stato un uomo di pace, ma ha lottato contro le ingiustizie dei potenti: questo suo insegnamento deve farci comprendere che è nostro dovere morale denunciare le inefficienze di chi ha responsabilità di governo ed è chiamato essenzialmente a servire una popolazione. Dobbiamo combattere le ingiustizie, perché impoveriscono una comunità e ne ledono la dignità: il silenzio è colpevole!”