Tarquinia, il PD: “Smentiamo ogni voce di accordo che ci coinvolga in merito all’Università Agraria”

Riceviamo dai consiglieri PD all’Università Agraria di Tarquinia, Alice Battellocchi, Giuseppe Piferi e Giuseppe Scomparin, e pubblichiamo

Si rincorrono sulla stampa voci infondate di presunti accordi che coinvolgerebbero anche il Partito Democratico di Tarquinia per tentare di trovare una nuova maggioranza all’Università Agraria, che smentiamo categoricamente.

Il Presidente Tosoni, in data 11 gennaio 2023 con nota prot n. 00000039, ha rassegnato le proprie dimissioni che aveva annunciato la sera precedente durante il consiglio. Attualmente, dal giorno 12, sembra stia procedendo a svolgere colloqui con le “forze politiche”, senza che sia noto il contenuto. Colloqui che forse era opportuno svolgere prima di dare le dimissioni?

Ci domandiamo: perché? Perché fare dei colloqui dopo essersi dimesso? Ci viene da pensare che, in virtù di una qualche norma di legge, si sia concesso i “famosi” 20 giorni. Se così fosse, si sta aggrappando all’art. 26 commi 1, 2 e 3 che disciplina la cessazione della carica di Presidente. In particolare il comma 3 recita: “Le dimissioni presentate dal Presidente diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio.”

Peccato che tale articolo, che si fonda su un rimando espresso alla disciplina del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), è di fatto superato e non si può applicare. Del resto come più volte espresso dal Presidente dimissionario, da ultimo anche durante il Consiglio del 10 gennaio, a seguito della riforma avvenuta con Legge 168/2017, l’Università Agraria è disciplinata dai principi del diritto privato. Pertanto
non si può più applicare il TUEL. Questo concetto è pacifico.

Lo ha ribadito non solo il Presidente dimissionario in molte occasioni, soprattutto quando si parlava di chi possa esercitare il potere di vigilanza sul suo operato, ma anche la regione che, con 2 n. 26020 del 13 gennaio 2020, ha espressamente stabilito che non si applica il TUEL bensì i principi del diritto privato.

Tuttavia e prescindendo da quanto sopra, per entrare nel merito della questione, ricordiamo che più volte in questo anno di “amministrazione”, come Partito Democratico abbiamo evidenziato la necessità che si provvedesse a riformare lo Statuto adeguandolo alla normativa attualmente vigente, anche per superare situazioni come quella che ci si configura davanti in questo momento. Non ci interessa in alcun modo discutere di “poltrone”, per noi l’unica opzione percorribile sarebbe stata quella – appunto – di una riforma dello Statuto, ampiamente condivisa e volta ad adeguarlo alla riforma del 2017, un lavoro di questo genere, coinvolgendo tutte le parti, ci avrebbe trovato favorevoli, e lo abbiamo sottolineato più volte.