Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
Abbiamo letto con sorpresa alcune dichiarazioni provenienti dal Movimento Civico per Tarquinia alle quali riteniamo opportuno replicare.
Il nostro circolo, così come il nostro partito, non possono certo essere definiti “chiusi”, autoreferenziali o addirittura una “casta”: ci siamo piuttosto dimostrati sempre aperti ad un dialogo che fosse costruttivo e mai ci siamo posti in un’ottica disgregatrice, antagonistica. Questo perché siamo coscienti che è da un confronto onesto e leale che abbiamo bisogno di ripartire.
Non c’è alcun pensiero unico o “uomo solo al comando”, non ci sono personalismi o interessi dei singoli da privilegiare, tantomeno ci sentiamo condizionati da chiunque. Noi – come qualunque circolo del Partito Democratico – ci inseriamo all’interno di una struttura partitica nella quale non ci è mai stata negata la possibilità di esprimere la nostra opinione, dove il dialogo è funzionale a costruire, non a scindere e dividere, sempre con le idee ben chiare su cosa vorremmo per il nostro territorio e sul come realizzarlo. Il rapporto con i nostri rappresentanti istituzionale è positivo e fecondo ed è indispensabile per costruire risposte adeguate alla nostra comunità e all’intero territorio.
Utilizzare, come è stato fatto, il termine “apocalisse” per descrivere lo stato del Partito Democratico è del tutto fuoriluogo nel momento in cui questo partito si sta facendo carico di una gravosa responsabilità di governo ad ogni livello e sta contribuendo in modo decisivo ad affrontare una delle crisi più terribili che il nostro paese e l’Europa abbiano mai attraversato.
L’elezione di Nicola Zingaretti a Segretario Nazionale ha chiuso la stagione della personalizzazione e dell’uso personale del partito. Abbiamo ritrovato il “noi” e quell’umiltà necessaria ad ascoltare per tornare a raccogliere le domande dell’Italia che fa fatica o che non ce la fa. Non riconoscere questo cambiamento rappresenta una sottovalutazione che finisce per distorcere tutte le valutazioni sullo stato reale del PD e il lavoro che sta portando avanti.
Su una cosa siamo invece d’accordo: le tante divisioni non hanno fatto altro che consegnare una parte consistente del nostro territorio – compreso il nostro Comune – alle destre populiste, che stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza a livello amministrativo. Sapendo bene, però, che l’opera di decostruzione del centrosinistra è stata avviata e compiuta negli anni in cui veniva esaltata la leadership forte e l’idea che potessimo fare da soli. Mai errori furono più grandi.
Per questo il nostro compito è la ricostruzione. Ricostruzione del PD e ricostruzione di un’alleanza larga di centrosinistra per il governo delle città e del paese. Consci del fatto che ci rivolgiamo ad una parte della sinistra, che per anni ha condiviso il percorso di questo partito, non possiamo che chiederci per quale motivo non si possa affrontare una discussione interna che porti ad un percorso comune, anziché costruire muri. Ribadiamo: le nostre porte sono aperte, e noi siamo disponibili ad un dialogo corretto e propositivo.