Riceviamo da Monica Calzolari, Direttrice scientifica del museo all’aperto “Parco della Pace” di Semi di Pace, e pubblichiamo
Il 25 aprile è «lo spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale»: nel suo 43° anno di fondazione, Semi di Pace, raccogliendo l’invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a custodire e onorare «i valori che ci tengono uniti», invita i cittadini, le istituzioni, le forze dell’ordine e le scuole a una “sosta di memoria” nel Parco della Pace della Cittadella in località Vigna del Piano (piazza don Luigi Sturzo) che rimarrà aperto dalle ore 10.00 alle ore 19.00.
Il 25 aprile segnò per l’Italia la conclusione di una lunga e drammatica vicenda. È la data della seconda caduta del fascismo risorto dopo il 25 luglio del ’43 sotto la protezione dell’esercito nazista; è la fine della guerra; è la data simbolo della nostra Resistenza. Punto di arrivo di una storia dolorosa e cruenta e punto di partenza della ricostruzione democratica del paese.
Dopo l’Armistizio dell’8 settembre, di cui ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario, tutti gli Italiani hanno lottato! Con la resistenza armata delle partigiane e dei partigiani e con la “resistenza senz’armi” dei militari italiani internati nei lager del Reich e delle donne rimaste a casa a difendere i bambini, gli anziani e i più fragili, sotto i bombardamenti, con la fame, il freddo, la paura e l’angoscia per la sorte dei propri cari.
Per queste ragioni il 25 aprile è una festa che unisce: perché in ogni casa e in ogni famiglia c’è qualcuno o qualcosa da ricordare e questo ricordo ci dà la forza e il senso, per sostenere con impegno convinto e concreto la causa della pace e della solidarietà.
«Questo aver vissuto insieme, tutti gli italiani, donne e uomini, combattenti e non, un momento di eccezionale rilievo morale – scriveva Pietro Scoppola – è il lascito più profondo e duraturo della Resistenza, la ragione di un indelebile richiamo al 25 aprile. È questo vissuto comune questa memoria delle grandi prove patite, il patrimonio etico che ha tenuto unito il paese dopo il conflitto armato e quando si è aperto all’indomani della Costituente il confronto politico. Ma questo tessuto comune di valori sarebbe stato travolto dallo scontro politico del dopoguerra se non avesse trovato forma ed espressione giuridica stabile nei principi fondamentali della Costituzione repubblicana».
La Repubblica italiana nasce democratica e antifascista e il legame morale e politico tra Resistenza, antifascismo e Costituzione è inscindibile. Le grandi affermazioni della Costituzione sui diritti inviolabili
dell’uomo, sull’uguaglianza e la pari dignità senza distinzioni di sesso, razza, lingua e religione; sul ripudio della guerra, sui doveri di solidarietà politica, economica e sociale si devono leggere, affermava Pietro Calamandrei, come «il testamento di centomila morti», memoria viva della dittatura fascista e dei terribili anni del secondo conflitto mondiale.
Anche quest’anno il 25 Aprile, giorno di festa della democrazia, è offuscato dalla tragedia della guerra in Ucraina, che da quattordici mesi si combatte ancora nel cuore dell’Europa, e che interroga le nostre
coscienze. Il 25 aprile ci insegna a indignarci per tutte le guerre e ad accogliere tutti, senza distinzioni tra bianchi e neri, rifugiati e immigrati. La pace è un interesse di tutti! La pace è prendersi cura gli uni degli altri! È il bene supremo, la condizione per far vivere ogni altro bene. Senza la pace non si gusta la libertà, non si riconoscono i diritti delle persone, non c’è benessere per i popoli e cooperazione tra le nazioni.
La Costituzione più bella del mondo, nata dalla Resistenza, ci ricorda quanto ci sia bisogno di pace e di buona politica che si prenda cura delle nostre comunità: con il lavoro ai giovani, la salute per tutti, la protezione per gli anziani, la tutela dell’ambiente, la riduzione di troppe diseguaglianze.
Nella Cittadella di Semi di Pace è stata dedicata alla memoria di tragici avvenimenti come la Shoah e le morti in mare un’area denominata “Parco della Pace”, monumentalizzata per mezzo di installazioni iconiche e piantumazione di alberi della memoria. In questo angolo verde il “Memoriale della Shoah” e il “Memoriale del Migrante” intendono rappresentare il contributo dell’Associazione a una visione del mondo rispettosa delle diversità e orientata alla inclusiva fraternità e offrire ai visitatori un luogo dove poter fare memoria di ciò che è stato e poter riflettere su quanto accade oggi.
Il 25 aprile i visitatori potranno liberamente percorrere il labirinto lungo il quale si svolge la mostra permanente del “Memoriale della Shoah” e sostare nel vagone e sotto il barcone rovesciato, scrivere un pensiero nel libro del Memoriale, lasciare un fiore, leggere alcuni articoli della Costituzione: gesti semplici, intimi, non retorici che confermano il patto che ci unisce nella difesa della democrazia e della pace.