Riceviamo dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia e pubblichiamo
Apre i battenti sabato 22 agosto 2020 alle ore 18.30 presso l’Auditorium San Pancrazio, in Via delle Torri a Tarquinia (VT), la mostra “ITALIA: UNA GENERAZIONE” a cura di Flaminio Gualdoni, storico e critico dell’arte, vincitore nel 2018 del “Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano”.
La mostra, che vede protagonisti gli artisti: Silvia Celeste Calcagno, Andrea Salvatori, Sissi, POL Paolo Polloniato e Nero/Alessandro Neretti rappresenta, secondo la visione di Flaminio Gualdoni, uno spaccato esemplare della pluralità di orientamenti e di scelte, della varietà degli “esperimenti difficili” e delle implicazioni profonde che questa generazione mostra nei confronti della ceramica. In tal senso, nell’opera dei cinque artisti si documentano quelle pratiche contemporanee dove al tasso specifico di formatività legato alla materia, si unisce una tensione concettuale pienamente rispondente all’attualità e che allo stesso tempo né subisce né rinuncia alla tradizione. In un discorso critico, preciso e puntuale, che prende le mosse dalle iconiche figure di Arturo Martini, Lucio Fontana, Nanni Valentini, Leoncillo, Hans Coper, Lucie Rie, Peter Voulkos, Giuseppe Spagnulo, interessare alla ceramica e più in generale alla scultura, focalizzando l’attenzione sul decennio settanta, quale periodo di massima apertura ai confini, fino a quel momento, imposti dalle discipline, Gualdoni arriva ad affermare con decisione e un poco d’ironia: Siamo noi – noi, cioè “i maggior nostri”, gli storici dell’arte – che abbiamo inventato la vaccata delle “arti minori”, inutile superfetazione instupidita, e alla luce dei risultati dannosissima. Nella terra in cui tutto parla dei Tirreni e delle nostre stesse radici culturali, appaiono quanto mai poetiche le decifrazioni del luogo costruite da Silvia Celeste Calcagno (Genova 1974), le estremizzazioni sui canoni della forma ceramica messe in opera da Andrea Salvatori (Faenza 1975), l’identificazione della materia come corpo altro nella flessione performativa suggerita da Sissi (Daniela Olivieri, Bologna 1977). Ancora, qui trovano significato i continui esercizi sulla bella forma, concettuale, banale, utile e decorativa di POL Paolo Polloniato (Bassano del Grappa 1979) e, infine, le forme plastiche narranti semplicemente se stesse frutto della costruzione di luoghi e situazioni fondamentali di Nero/Alessandro Neretti (Faenza 1980). Chiude “ITALIA: UNA GENERAZIONE” la citazione che Flaminio Gualdoni, nel testo critico che accompagna la mostra, dedica dell’artista Alfonso Leoni, classe 1941, morto nel 1980, indicandolo come colui che primo fece della ceramica la vera matter problematica del ragionare su forma, processo, materia e immagine
La città di Tarquinia, Patrimonio dell’Umanità e sito Unesco dal 2004, considerata a livello internazionale Pinacoteca del Mondo Antico per la presenza nel territorio d’importanti tombe etrusche, è oggi nuovamente sotto i riflettori in campo nazionale per la sua innata predisposizione all’arte, in particolare nel settore della ceramica. Attenzione rinnovata dall’attuale e costante lavoro della S.T.A.S. che, nella formula del Premio Città Di Tarquinia ha inteso onorare e proseguire, prima l’opera di Luciano Marziano sul fronte della produzione ceramica e la passione di Vasco Palombini per l’arte contemporanea.
Premio Città di Tarquinia promosso e organizzato dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia è realizzato con la collaborazione e il sostegno del MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), della Regione Lazio, della Fondazione Carivit e della VisiTarquinia Rete di Imprese e con il patrocinio del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC)e dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Mediapartner: Artribune; La Ceramica Moderna & Antica; D’A Design e Artigianato, Arti Applicate e Decorative.