(s.t.) Mentre a Viterbo il sindaco Michelini evita con garbo l’invito del concittadino calciatore Leonardo Bonucci, risparmiandosi la secchiata d’acqua gelata ed accettando l’Ice Bucket Challenge con la sola donazione a favore della lotta alla SLA, a Tarquinia il primo cittadino Mazzola la doccia fredda la lancia addosso ai suoi concittadini, con un’intervista sul Corriere di Viterbo in cui lancia una provocazione decisa.
Partendo dall’esempio della Notte delle candele di Vallerano, il sindaco più che togliersi un sassolino tira un macigno nelle acque della comunità tarquiniese dell’imprenditoria e dell’attivismo: “Bisogna sfatare l’idea prona di un’amministrazione che deve organizzare e sponsorizzare: in tempi di crisi non si può fare, si deve dare sfogo alla creatività e alla collaborazione tra cittadini, amministratori, operatori turistici”.
Sin qui nulla di eccessivamente polemico, ma il sindaco rincara la dose: “Qui da noi solo polemiche sterili e pretese da parte di tutti: amministratori pubblici, commercianti e imprenditori che, tra l’altro, negli anni precedenti hanno tentato un qualcosa che poi si è rivelato un fallimento”. Uno sfogo che nasce da Facebook e è diretto alla Città, quasi Mazzola volesse scuoterla da chissà quale torpore parassitario. “Non si può vedere, fa male, la lungimiranza dei cittadini dell’entroterra, la loro collaborazione per creare qualcosa di bello,(e senza sovvenzionamenti), per la loro città e qui, di contro, polemiche, solo polemiche, a non finire! Si contribuisca a lavorare per la città, invece di criticare”.
Immaginando – come detto – che più che la sua esatta percezione della realtà cittadina, quella di Mazzola sia una provocazione e raccogliendo l’invito ad essere costruttivi e non polemici, proviamo ad aprire un dibattito sul tema, rivolgendo al primo cittadino alcune domande cui ci farebbe piacere aver risposta.
1) Dato che in passato più volte lei stesso ha accusato la stampa ed i media di fare notizia ponendo la luce sugli aspetti negativi della città ed invitandoci a segnalare magari i problemi personalmente, invece che pubblicarli, non ritiene di contraddirsi con queste affermazioni critiche così ampiamente pubbliche? In poche parole, non crede sarebbe stato più coerente “lavare i panni sporchi in casa”, magari lanciando la stessa provocazione in un incontro pubblico con le categorie invece che sulle pagine dei giornali?
2) Con le sue parole accusa i concittadini di attaccare e polemizzare: ma con questa intervista non crede di essere lei a denigrare Tarquinia, calcando la mano sul paragone con altre realtà e ribadendo l’incapacità cittadina di fare altrettanto?
3) Guardando il panorama recente delle iniziative cittadine, dal Presepe Vivente al Divino Etrusco, passando per il palinsesto degli spettacoli estivi, si nota – ed a farlo notare è stato anche l’assessore Celli, in una recente conferenza stampa – che l’associazionismo, il volontariato e l’impegno dei singoli cittadini siano stati fattori importanti (se non fondamentali) a riempire in qualche modo un’offerta che le ristrettezze economiche avevano ridotto all’osso: crede che queste realtà così spesso impegnate per la cittadina meritino di essere oggetto di uno sfogo simile? Non meriterebbero forse una specifica ed un encomio diverso, al di fuori della provocazione che ha voluto lanciare? Anche perché, lungi dal polemizzare e dal mungere di continuo dal bilancio pubblico, spesso questi sodalizi finiscono per contribuirvi, pagando l’occupazione di suolo pubblico anche se si tratta di eventi che riportano il patrocinio comunale.