Riceviamo dal sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi e pubblichiamo
Aver ascoltato il discorso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ci ha allarmato e preoccupa tutti i sindaci degli 8mila comuni d’Italia. Spostare l’attenzione del popolo sui sindaci è pericoloso così come è improponibile il contenuto della proposta del Governo.
Il trasferimento di 4,3 miliardi di euro ai Comuni anticipando il Fondo di solidarietà comunale è mandare il default tutti loro nel giro di pochi mesi.
La struttura attuale del Fondo di solidarietà comunale è prevalentemente orizzontale, essendo alimentato esclusivamente dai comuni attraverso il gettito dell’imposta municipale propria, e non anche dalla fiscalità generale, come invece richiesto dalla legge n. 42 del 2009 in riferimento al fondo perequativo per le funzioni fondamentali.
Tale situazione dipende dal fatto che la componente verticale, finanziata dallo Stato, di fatto è stata annullata dai tagli delle risorse del Fondo. Questo comporta che i trasferimenti complessivi (al netto delle compensazioni dei tributi soppressi) risultino negativi, ossia il comparto dei comuni finisce con il trasferire risorse allo Stato.
Il presidente Giuseppe Conte sa di cosa sta parlando? Se il Governo anticipa questi soldi, con i quali i sindaci amministrano tra mille difficoltà nell’arco di un anno per poter affrontare le emergenze, a chi chiederanno i soldi quando sarà il momento di affrontare una spesa, anche la più banale?
Questa pandemia ha sicuramente scosso il nostro presidente del Consiglio che non ne ha azzeccata una, lasciando noi sindaci ad argine di un problema di portata mondiale.
La proposta di spendere questi soldi del Fondo di solidarietà è quindi irricevibile. Siano utilizzati i soldi del MES e non venga chiesto niente a noi sindaci e ai loro cittadini.
Annuncio iperbolico di 4,3 miliardi non suoi e una miseria, cioè 400 milioni destinati ad aiutare quei cittadini che in questi giorni di emergenza «non hanno soldi per fare la spesa».
Siamo in guerra caro avvocato Giuseppe Conte, non saremo «le sue sentinelle sul territorio». Noi questo territorio lo difenderemo da Lei e da quell’Europa che doveva essere la nostra grande “madre” e che invece ha occhi solo per alcune nazioni. Così in una nota il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi.