“Oggi ho assistito ad una scena a cui, come genitore e tecnico di ciclismo, non avrei mai voluto assistere”. Dopo l’incidente di ieri, che ha visto il ferimento di sei ciclisti sulla strada del Borgo dell’Argento, a Tarquinia, Roberto Petito, ex ciclista professionista e oggi tecnico e dirigente, affida a Facebook sul gruppo dell’Asd Fratelli Petito le sue parole.
“Ero in auto con l’altro mio collaboratore, Fabio Bordacchini, dietro i nostri allievi e una quindicina di amatori per l’allenamento che facciamo tutti insieme la domenica, – recita il post pubblicato nella serata di ieri – quando ad un certo punto un automobilista alla guida di una Golf veniva ad alta velocità: ho capito subito che non ci poteva essere margine di speranza, l’impatto con i circa 20 ciclisti è stato di una violenza tale che mentre vedevo volare in aria bici e persone ho temuto di fare i conti con più vittime. Il mio pensiero è andato rivolto subito ai miei sette ragazzini che cercavo tra i rottami di bici spezzate e altre persone rivolte a terra malconce: comincio la conta finché appaiano tutti e sette, a quel punto mi tranquillizzo (per modo di dire) e mi fiondo sul più grave di tutti. Era un nostro socio e consigliere ad avere la peggio, riportando la frattura di tibia e perone, di una vertebra e qualche costola: trasportato d’urgenza in eliambulanza a Roma, la può raccontare, lui come tutti i membri del gruppo che, a parte qualche botta e qualche taglio e il grande spavento, questa possono raccontarla”.
“Qui ritorna il discorso sicurezza stradale, – prosegue Petito – molte volte sono i ciclisti ad essere indisciplinati, ma oggi viaggiavano tutti in fila su una strada rurale a zero traffico. Caro governo, investi i soldi su strutture pubbliche per fare ciclodromi per il futuro dei nostri figli, perché la biciclette esiste da oltre due secoli e non morirà domani: appassionati ciclisti, amatori e semplici sostenitore di ambiente e viabilità non li fermerà nessuno, e se vogliamo un paese più pulito ed educato prendiamone atto. Vi do un consiglio: andate a vedere i protocolli di alcuni paesi confinanti con il nostro, Svizzera Austria e Francia, ad esempio. A volte fare un copia e incolla di leggi e normative darebbe atto di essere un paese civile e responsabile”.