(s.t.) Un consiglio comunale spigoloso, soprattutto nei toni: ancora si dovevano toccare i temi all’ordine del giorno e l’assise di stamani a Tarquinia aveva già messo in mostra scontri molto accesi tra maggioranza ed opposizione.
Eppure l’avvio, con le comunicazioni del presidente del consiglio Guiducci e del sindaco Giulivi, non lasciava presagire scontri e anzi pareva andare nella direzione di documenti comuni su temi come Talete, biometano e termovalorizzatore.
Pur se con qualche perplessità, ad esempio, Andrea Andreani del Movimento 5 Stelle non aveva acceso troppa polemica sul mancato inserimento all’ordine del giorno della mozione del Movimento su Talete. “Gradiremmo più rispetto, se non altro per il nostro lavoro di preparazione”, aveva obiettato. “Il sindaco aveva già dato indicazioni in merito nella scorsa assise – ha spiegato la presidente Guiducci – inoltre lo scorso 13 dicembre sono avvenuti due incontri su cui lo stesso sindaco ora ci relazionerà. Per questo, chiedo ai capigruppo di fermarsi a fine consiglio e fissare già da oggi la data per una conferenza per un documento a supporto”. Giulivi ha poi parlato dell’assemblea dei sindaci in cui è mancato i numero legale e spiegato preoccupazioni e linee per il futuro. “Il vero problema è cosa accadrà se il presidente dovesse dimettersi e dovremo affrontare un commissariamento, che potrebbe aprire le porte a un ATO unico con l’intervento a supporto di Acea. La nostra linea, ad ogni modo, è che l’acqua è e deve restare pubblica, e vogliamo portarla avanti in modo pesante”.
Federica Guiducci, poi, spiega come ieri siano state presentate le osservazioni in merito al termovalorizzatore a Pian d’Organi e Giulivi comunica come sia giunta l’autorizzazione dalla Regione per l’impianto a biometano all’Olivastro. “Abbiamo 60 giorni per ricorrere al Tar – le parole del primo cittadino – Stiamo dando l’incarico ad un avvocato. Ci sono in materia delibere molto forti e attueremo ciò per cui il consiglio ha dato mandato al sindaco”.
L’assise si accende all’improvviso quando riprende la parola Maurizio Conversini, che prima chiede informazioni sulla volontà o meno dell’amministrazione di valorizzare il gruppo comunale di Protezione Civile, quindi ricorda a Giulivi alcuni impegni su problemi condivisi assunti in fase di insediamento. “Penso alle proprietà demaniali, alle saline, alla stazione. E anche all’ospedale: ricevo da molte famiglie che hanno persone in cura oncologica che per due giorni alla settimana si trovano in locali sovraffollati”. Qui nasce il primo battibecco con Giulivi, che accusa di nuovo Conversini di fare politica su questi argomenti, con l’ex sindaco che gli risponde in modo molto deciso.
A alimentare il dibattito, subito dopo, è Celli, che in tema di inceneritore riconosce “al consiglio di aver fatto tutto quanto serviva fare”, ma sottolinea come a sua avviso “nei passi successivi qualcuno sul tema politica l’ha fatta: per questo le due assemblee o tavoli tecnici non mi sono piaciuti per niente. Un tavolo tecnico non è un comizio: sono d’accordo sull’idea di dare un indirizzo condiviso su inceneritore, biometano e Talete, e su questo chiedo che non si ragioni con la pancia, perché sono temi tema delicati. Nessuno, ad esempio, metta il cappello sull’acqua pubblica e muoviamoci al di là del colore nell’interesse della città”. “Sgombriamo il campo da qualsiasi sospetto di strumentalizzazione – replica la presidente Guiducci – Il tavolo tecnico a cui sono stati invitati i cittadini è momento di confronto per capire. Il comune partecipa, ma chi voleva far politica semmai era qualcun altro”.
Ad accendere un vero e proprio battibecco è la richiesta di informazioni di Celli in merito all’annullamento del presepe vivente. “Se ci sono problemi, c’è modo di intervenire per salvarlo?”. La risposta arriva dall’assessore Tosoni: “Ricordo all’assemblea che c’è stato a inizio ottobre un incontro con il presidente dell’associazione, con cui ci siamo confrontati più volte per parlare della scelta di spostare il presepe a Santa Maria in Castello. Come amministrazione, ci siamo sentiti di accogliere questa sfida anche per dare una veste nuova alla manifestazione, e abbiamo messo sul tavolo qualsiasi tipo di aiuto per realizzare un presepe fatto bene. A questo sono seguite riunioni più logistiche per le autorizzazioni burocratiche, dalla viabilità alle attenzioni per i residenti, cercando le necessarie soluzioni. Poi sono insorti altri problemi, difficoltà che avremmo potuto risolvere, ma è l’associazione, non il Comune, che ha piena e totale organizzazione di questa manifestazione. E anzi, per me dovrebbero invece stare assieme, associazione e amministrazione, per un evento di tale rilievo. Ad ogni modo, lunedì della settimana scorsa l’associazione ha comunicato che per motivi organizzativi non avrebbe realizzato il presepe. Mi sono di nuovo confrontata con il presidente e detto che avremmo fatto tutto il possibile per farlo, se l’associazione riteneva di volerlo fare. Hanno fatto una scelta, che è quella che hanno comunicato”. Poi l’attacco a Celli: “Non serviva che venivi in consiglio comunale a dircelo. Ti ricordo che dopo la grande edizione di Sirio Rotatori per due anni il presepe la tua amministrazione non lo ha fatto. Le cose succedono, allora come oggi”. “La polemica la fai sempre solo tu. – replica Celli – Se mi dici che è l’associazione che non lo può fare, non capisco perché rispondi in questo modo polemico”.
Il dibattito si sposta, poi, tra Giulivi e Celli. “Se perdiamo il Presepe vivente, faremo altre manifestazioni”, dice il primo. “Penserei a salvaguardare quelle che già c’erano”, replica Celli.
Da allora in poi è bagarre, quasi tutti contro tutti. Conversini torna sul tema del termovalorizzatore, contestando la gestione dei tavoli tecnici. “Quindi il Movimento civico è contrario a aver dato la regia al cittadino?”, gli domanda il vicesindaco Serafini, mentre continuano le discussioni ad alta voce tra gli scranni di maggioranza ed opposizione. Conversini mette in dubbio la determinazione sino in fondo dell’amministrazione, Giulivi reagisce invitandolo a dimettersi qualora dimostrasse, nel tempo, il contrario. I toni da accesi diventano accesissimi.
Nè li calma Alberto Riglietti, che si definisce “basito: l’inceneritore è un problema non politico ma di tutti, ma a me pare che ognuno prova a farlo suo. Basta colore politico, è un problema di tutti i gruppi e di tutti i cittadini”. Poi attacca sui rapporti con le associazioni. “Le avete sfrattate”, accusa. “Fammi vedere i contratti”, gli replica contro Giulivi. “Non è vero che il presepe è stato mandato via dalla ex pescheria che usava come magazzino? – incalza Riglietti – Non è vero che gli scout sono stati sfrattati?”. Chiude la discussione Federica Guiducci, che prima distingue come si fosse trattato di uno sgombero e non di uno sfratto, quindi passa alla trattazione degli altri punti all’ordine del giorno. Che la maggioranza approva senza troppi problemi.