Riceviamo da Arianna Centini (Movimento Civico per Tarquinia) e Manuel Catini (Obiettivo Comune) e pubblichiamo
Tante parole per dire niente. Un delirio di cifre e date, che sono la certificazione del loro fallimento. Arriva la conferma a settembre 2021 che gli alunni delle scuole di Tarquinia sono parcheggiati in container, pardon moduli abitativi, nel parcheggio delle scuole. La cosa incredibile è che questa amministrazione se ne vanta e gioca a scarica barile con le istituzioni scolastiche.
In due anni non sono stati capaci di trovare nulla di meglio, tantomeno di progettare nulla di concreto. Nella pioggia di date, del comunicato che avrebbe dovuto assolvere gli amministratori comunali dal caos generato apprendiamo che la poco solerte amministrazione, si è interessata della vicenda il 13 agosto, non in ritardo, ma in completo letargo, partecipando ad un bando per ottenere finanziamenti utili al rifacimento del padiglione Nardi e per le aule prefabbricate. E la domanda sorge spontanea: prima cosa si è fatto? Sono due anni e mezzo che governate la Città. Se non ci fosse stato il bando i bambini sarebbero stati messi in mezzo alla strada?
La confusa nota comunale si vanta però di aver rinunciato al finanziamento di 590.130 euro con la toppa che è peggio del buco; la nota del Sindaco inviata a febbraio 2020 alla Regione parla chiaro: NON servono a Tarquinia si fa il polo scolastico, per il quale però si è bucato il finanziamento di 3 milioni di euro e oggi l’arroganza lascia il passo ad una motivazione surreale; i lavori avrebbero comportato disagi, gli stessi che i bambini delle scuole stanno per affrontare oggi a due anni di distanza: incoerenti.
La certezza è che fino al 31 dicembre, senza essere Nostradamus probabilmente anche dopo, i container saranno allocati su due rampe del parcheggio delle scuole elementari, disagio per i bambini e per chi vuole recarsi al centro storico. E questa amministrazione ne ha per tutti: anche per i genitori che sono stati, a loro insaputa, resi edotti della circostanza. In verità la comunicazione è arrivata a cose fatte, e i bambini delle elementari sparsi ai quattro venti. Questa amministrazione ha sottovalutato il problema, si è fatta trovare impreparata, non ha saputo programmare, ha perso e rinunciato a finanziamenti pubblici, ed oggi si giustifica per non aver fatto i compiti. La politica non boccia, chiede dimissioni.