Riceviamo da Luigi Caria (PCI) e pubblichiamo
La mozione presentata a Tarquinia dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alberto Riglietti l’abbiamo ribattezzata la mozione “della vergogna” e basta leggerla per capire perché.
Quando sentiamo mettere sullo stesso piano i comunisti e i nazi-fascisti, pensiamo subito a come se la storia, per chi la conosce, non imponesse attenzione alle differenze. A quell’equivalenza che propone a come si deve assaltate la democrazia e la Costituzione.
In un vecchio dialogo svoltosi fra Vittorio Foa, senatore socialista, partigiano del Partito d’Azione e il rappresentante del CLN (per chi non lo sapesse Comitato di Liberazione Nazionale), e Giorgio Pisanò, repubblichino, “fascista” fino alla fine ed anche lui eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione, è racchiuso tutto il significato di coloro che hanno dato la vita per la libertà di noi tutti.
Foa dice … “Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera »… La frase detta da Foa spiega perché anche chi oggi può scrivere le peggiori cose sui social, presentare mozioni senza senso oppure paragonare la Shoah con le Foibe, deve essere grato a coloro che hanno dato la vita per la libertà di noi tutti.
I nostri padri erano partigiani comunisti, di sinistra, e sono morti combattendo per la libertà, di tutti indistintamente! Si indignarono per l’invasione sovietica dell’Ungheria avvenuta la notte del 4 novembre 1956. Sostentarono sempre il miraggio di una società “libera e uguale” anche quando sperarlo, sembrava un miraggio. Avevano rispetto profondo per la democrazia e la Costituzione repubblicana. Chi ha combattuto su rive opposte è l’unico a riconoscere il valore della lotta di chi ha scelto tra il potere e il dare la vita, per il proprio credo, per fare più grande l’Italia. Oggi ci sono troppi “grigi” a comporre il nostro Senato e la nostra Camera, sono loro che dovremmo combattere!