Riceviamo e pubblichiamo
L’analisi del voto è come sempre uno degli sport prediletti dagli italiani. E proprio come nello sport, il giorno dopo tutti ci improvvisiamo allenatori e strateghi, con in tasca la soluzione migliore che avrebbe portato alla vittoria o quantomeno alla giustificazione della sconfitta.
Sul dopo-elezioni, in questi giorni ho letto un po’ di tutto. Anche cose che mi tiravano in ballo personalmente. Ho voluto però aspettare un po’ prima di esternare il mio pensiero, per quel che può interessare. Non volendo annoiare nessuno, non ripercorrerò certo le vicende che hanno preceduto il voto dell’11 e del 25 giugno, che pure sarebbe interessante ripercorrere.
Credo solo che il silenzio, che forse sarebbe stato più opportuno osservare da parte di molti, debba ora trasformarsi in una giusta e doverosa riflessione sulle proprie responsabilità, ciascuno con le sue.
Abbiamo perso. In molti, su più e diversi fronti. Ora è finito il tempo degli alibi e della ricerca dei colpevoli. Ora è venuto il tempo di cominciare a governare la città da parte di chi ha vinto e di fare opposizione da parte di chi ha perso. In questa tornata elettorale ha perso soprattutto un certo modo di fare politica. Ora è venuto il momento di scrivere di meno e di tornare ad ascoltare la gente. Cosa che molti di noi, protagonisti di questa sconfitta, abbiamo da troppo tempo smesso di fare.
Giancarlo Capitani
Moderati e Riformisti Tarquinia