Riceviamo e pubblichiamo
Mentre Civita di Bagnoregio festeggia un milione di visitatori, Calcata torna ad essere il “Borgo degli Artisti”, Viterbo si caratterizza sempre più come città d’arte e di eventi, grazie ad iniziative come Caffeina, Christmas Village cc., la politica tarquiniese, già in piena campagna elettorale per le prossime elezioni comunali, si aggroviglia intorno alle solite vicende urbanistiche di questo o di quel comparto edificatorio, tra lottizzazioni, cemento e presunti futuri palazzinari, inseguendo modelli di sviluppo propri del secolo scorso.
Certo, San Giorgio è un tema importante, che va definitivamente affrontato e risolto. Ma serve un approccio “laico”, lontano dalle strumentalizzazioni elettoralistiche di parte che non consentono quella serenità di giudizio necessaria a fotografare lo “stato dell’arte” ed il giusto riconoscimento dei diritti e dei doveri che in quell’area prima o poi dovranno essere, gli uni e gli altri, definitivamente affermati.
Ancor meno opportuno appare il fatto che si tenti di “tirare per la giacchetta” il Commissario straordinario affinchè accelleri, nella sua gestione temporanea e durevole ancora pochi mesi, l’adozione di provvedimenti così importanti in termini di programmazione del territorio. A tal proposito ci permettiamo di segnalare che il Commissario straordinario nominato in sostituzione degli organi di gestione ordinaria del Comune non è legittimato ad adottare varianti ai piani generali dell’ente, né ad operare altre scelte innovative di natura pianificatorio – territoriale, giacché la modifica dell’assetto urbanistico previsto dal piano regolatore generale non può che essere espressione di una volontà politica di rinnovamento nel territorio, sottratta alla gestione straordinaria del Comune, così come recentemente statuito dal Tar Latina con sentenza del 24 agosto 2018 n. 457. Una scelta così delicata come quella su San Giorgio, adottata da organi solo provvisoriamente chiamati alla gestione della cosa pubblica comunale, avvierebbe verosimilmente la solita ridda di ricorsi ed impugnazioni avverso deliberazioni probabilmente carenti di legittimazione, con l’unico risultato che San Giorgio resterebbe un problema, e non un’opportunità per il territorio.
Auspicando quindi che sia la buona politica a prendersi cura di San Giorgio, così come delle Saline e del resto del territorio, immaginando anche per quell’area la realizzazione di scenari di attrazione turistico – culturale – ambientale che sappiano porre al centro della riqualificazione non il consumo del suolo, ma la valorizzazione della bellezza dei luoghi, incastonati in un più ampio progetto di sviluppo non solo economico, ma anche e soprattutto sociale e culturale e che sappia ricomprendervi le tante risorse naturali e paesaggistiche , concludiamo nella speranza che il vecchio andante che ha caratterizzato gli anni passati e che così recitava : “Se tira il mattone, tira tutta l’economia”, venga finalmente commutato in “Se creiamo Bellezza, tira pure l’economia”.
Giancarlo Capitani