Riceviamo da Enrico Benedetti e pubblichiamo
Le mutate crescenti esigenze del mondo dell’agricoltura e dei processi legati alle nuove forme della sua meccanizzazione impongono schemi organizzativi sempre più altamente professionali anche sotto il profilo della proposizione di eventi fieristici specializzati. Cambiamenti reali sono ormai fortemente necessari anche nell’ambito della Fiera di Tarquinia e della Mostra Mercato delle Macchine Agricole.
Pur ritenendo che il trapasso dalla gestione Pro Tarquinia e quella del Comune si sarebbe dovuto svolgere in termini più diplomatici, saluto con particolare attenzione ed apprezzamento l’ingresso in campo, “in prima persona” dell’Ente Pubblico. Soluzione questa, che, nell’ambito della ristrutturazione fieristica, era stata già proposta da tempo immemore e purtroppo ancora giace nei cassetti degli uffici comunali.
Se nelle fasi di riorganizzazione della Fiera si fosse stati più attenti e fossero stati convocati gli espositori storici della Fiera di Tarquinia per sentire il loro parere come diretti interessati si sarebbe scoperto che la soluzione, in termini radicali e non di semplice maquillage, era ed è già pronta.
Il sottoscritto insieme ad un gruppo di imprenditori locali prospettò già nel 1994, presentandolo e protocollandolo in Comune (erano i tempi delle amministrazioni guidate dal Prof. Maurizio Conversini), un progetto denominato “Fiera di Ponente” che prevedeva la costituzione dell’ “Ente Fiera di Tarquinia” (Consorzio o S.p.A) a capitale misto pubblico e privato in grado di realizzare e gestire, in maniera snella e veloce, un Campo Fiera permanente, in aree già previste dal PRG, dove ospitare manifestazioni fieristiche diversificate a ciclo continuo di interesse nazionale e destinate ad offrire un sicuro mezzo di sviluppo a tutta l’economia cittadina.
Da allora penso si sia perso inutilmente molto tempo, anzi una valanga di tempo, circa trenta anni. Visto che oggi un passo avanti è stato fatto, varrebbe la pena ritirar fuori dagli archivi del Comune quel Progetto, assai attuale, per la cui attuazione erano stati previsti tutti i dettagli: dalle analisi di fattibilità alla proposta di protocollo di intesa tra ente pubblico e privati, dalle analisi del modello giuridico-economico dell’Ente da costituire e sue finalità al sito del Campo Fiera con la situazione tecnico giuridica dei terreni già individuati e ad esso da destinare. E poi ancora le attrezzature fisse da acquisire, la scaletta dei tempi operativi di attuazione, i ritorni economici, la promozione e le attività indotte. Ad esso è allegato anche un accurato piano finanziario (ovviamente da aggiornare in euro) con il dettaglio delle spese e dei ricavi relativi all’eventuale primo anno di attività.
A seguito delle polemiche di questi giorni sull’andamento non positivo dell’edizione appena chiusa della rinnovata Fiera di Tarquinia credo sia auspicabile, apportando gli aggiornamenti del caso, esaminare in termini ristretti di tempo il Progetto “Fiera di Ponente” (o come diversamente lo si vorrà chiamare). Se i documenti a suo tempo presentati fossero andati smarriti posso tranquillamente produrli di nuovo e l’argomento “Ente Fiera di Tarquinia” potrebbe essere oggetto di un pubblico dibattito che coinvolga imprenditori, pubblici amministratori e forze politiche.