(s.t.) Tarquinia potrebbe tornare a vivere la “sua” Pasqua, quella a ritmo della marcia di resurrezione della banda Giacomo Setaccioli: anche se con parecchi nodi in sospeso da sciogliere e con inevitabili incertezze legati alla curva dei contagi e alle prescrizioni normative, da qualche settimana si è al lavoro per consentire lo svolgimento della Processione del Cristo Risorto.
Dopo tre anni di attesa e due edizioni saltate a causa del Covid, la città prova a rivivere la sua tradizione più sentita: il fatto che cada così in avanti, il 17 aprile, è un vantaggio, ma sono molte le incognite in vista della domenica di festa.
Di certo, dal punto di vista organizzativo ci si vuole far trovare pronti: già da qualche settimana si è parlato dei dettagli logistici e di sicurezza nel corso di alcune riunioni, il cui frutto più concreto è stata la redazione dei piani di sicurezza, poi presentati alle autorità. Avviate già da qualche settimana anche tutte le necessarie attività preventive per quel che riguarda i portatori della statua e dei tronchi.
Insomma, se la situazione lo consentirà, Tarquinia vuole aver predisposto tutto quanto necessario per regalare ai suoi cittadini la festa che più scalda loro il cuore e che sarebbe un forte simbolo di ritorno alla normalità, così come la prima processione annullata, nel 2020, in pieno lockdown, rappresentò un momento di forte sconforto.
Quali sono, quindi, i punti da chiarire prima di confermare che, per la prossima Pasqua, la città tornerà a entusiasmarsi per il Cristo che corre? Una data chiave, da questo punto di vista, sarà il 31 marzo (o, meglio, i giorni successivi), quando a livello governativo si tracceranno meglio i confini di un’Italia fuori dal perdurante stato d’emergenza. Ma a preoccupare, negli ultimi giorni, è anche la non del tutto attesa nuova impennata dei contagi cittadini: un dato che dovrà sicuramente essere monitorato in queste restanti quattro settimane prima di prendere una decisione definitiva.