Un lavoro sui campi che porta a identificare potenziali reperti, delle ricerche più approfondite, la scoperta di tesori che tornano alla luce: è la prassi di tanti rinvenimenti archeologici nella storia della Tuscia e di Tarquinia, anche di quella attuale.
“Già da qualche giorno la Soprintendenza ha avviato una nuova campagna di scavo in somma urgenza nell’area della necropoli dei Monterozzi – spiega tramite il proprio sito internet la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale – lungo la strada vicinale degli Archi a pochi passi dalla Tomba degli Auguri, in conseguenza di un intervento agricolo troppo approfondito, che ha intercettato alcune cavità sotterranee”.
“Una pronta verifica tecnica, sotto la supervisione del funzionario archeologo Daniele F. Maras e con l’aiuto dello Studio Architutto Designer’s di Massimo Legni e dell’associazione ASSO (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione), ha confermato che si tratta di tombe etrusche. Pertanto è partita la procedura d’urgenza per la necessaria esplorazione e la messa in sicurezza”.
“Finora lo scavo ha messo in luce sette contesti funerari, tutti già visitati in passato dai clandestini, databili tra l’epoca Villanoviana e l’età arcaica, tra cui alcune interessanti e suggestive tombe a camera, che stanno già fornendo un importante contributo di conoscenza. In tutti questi casi, dopo aver portato in luce i resti archeologici, le tombe vengono descritte, disegnate e fotografate, per poi ricoprirle sia a protezione delle strutture, che per ragioni di sicurezza pubblica”.
Al termine delle indagini, condotte con la consueta perizia ed efficienza dagli archeologi e dai tecnici della società EOS ARC s.r.l. di Roma, i risultati verranno presentati dalla Soprintendenza al pubblico.