Riceviamo e pubblichiamo
Si aprono oggi le conferenze archeologiche e gli incontri culturali organizzati dall’associazione La Lestra in collaborazione con la Società Tarquiniense d’Arte e Storia, “Laboratorio di cultura Tarquinia –arte, archeologia, architettura, ambiente . Oggi 11 settembre alle ore 18, presso la Lizza della Torre di Dante a Piazzale Europa il dott. Andrea di Miceli relaziona su “L’isola di Icaro- Gli scavi della missione archeologica italiana in Kuwait. Il dott. Di Miceli, direttore della Missione archeologica anticipa alcuni aspetti salienti dello scavo: “La missione archeologica italiana in Kuwait è iniziata nel gennaio 2010, a seguito di un accordo firmato tra Il National Council for Culture Arts and Letters del Kuwait e l’Università di Perugia,- riferisce – ogni anno la missione italiana è impegnata in una campagna di scavo nel sito di Al-Qurainiyah, un villaggio collocato lungo la costa nord dell’Isola di Failaka, a poche miglia a est di Kuwait City”. Il team, guidato sul campo dal Dott. Andrea Di Miceli si compone di archeologi professionisti provenienti da diversi atenei italiani che si occupano in concreto della conduzione dello scavo. “Il sito di Al-Qurainiyah si presenta come un vasto insediamento che occupa una area di circa 65.000 m2costituito da una serie di strutture disposte in modo non ordinato sull’intera superficie indagata. – riferisce il dott. Miceli – La raccolta del materiale ceramico, oltre a permettere di datare l’ultima fase di vita del villaggio fra fine XIX e inizi del XX sec., ha permesso di rilevare come l’area fosse stato già occupata in un periodo precedente da un insediamento databile al primo medioevo islamico, abbandonato presumibilmente agli inizi del IX sec. d.C. Sono stati così interamente scavati tre complessi residenziali all’interno dell’area abitativa più recente, costituiti da vani rettangolari disposti lungo i lati di superfici recintate quadrangolari, che costituivano degli spazi aperti, interpretabili come cortili”. “Lo scavo e lo studio delle planimetria hanno consentito di precisare la funzione dei diversi vani, tra cui sono state riconosciute le aree dedicate alle diverse attività quotidiane come la zona dedicata alla preparazione dei pasti, o quella per l’immagazzinamento di acqua e derrate alimentari.- conclude – Per quanto riguarda l’insediamento più antico, le ricerche condotte finora hanno permesso di identificare una serie di strutture abitative e di magazzini posizionati intorno ad un’area produttiva caratterizzata da due grandi fornaci e una serie di forni di dimensioni più ridotte. La ceramica recuperata in fase di scavo ha inoltre permesso di fornire informazioni relative alla cronologia di questo insediamento: confronti con materiale proveniente da altri siti dell’area del Golfo e dalla stessa isola di Failaka hannochiarito come quest’area fosse stata occupata a partire almeno dalVII sec. d.C., per un periodo di almeno due secoli. Non mancano comunque attestazioni di una occupazione precedente all’era islamica; tracce di strutture leggere, come tende e capanne, e materiale ceramico riconducibile al periodo tardo-ellenistico, hannopermesso di ipotizzare una frequentazione stagionale dell’area almeno a partire dal II sec. a.C.”.