Oltre 1000 visitatori in due giorni, lo sfogo di una curiosità alimentata dagli anni e dalla magia dell’arte: il weekend di apertura del Ritiro della Bandita di Sebastian Matta, da parte del Fondo Ambiente Italiano e in occasione delle Giornate d’Autunno dedicate al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia, è stato un successo enorme non solo per i numeri, ma per le emozioni generate.
Guidati dai giovani del FAI, pronti a raccontare storie e curiosità del luogo e dell’artista, tanti visitatori hanno varcato la soglia dell’ex convento dei frati passionisti, fondato nel 1750 da San Paolo della Croce e acquistato alla fine degli anni Sessanta da Matta, che lo ha reso sua casa, rifugio e luogo di lavoro fino agli ultimi anni di vita. Una scoperta passo dopo passo di ambienti, giardini, opere e intuizioni dell’artista cileno, nella perfetta simbiosi creata da lui stesso e tutelata dall’“Archive Matta” e dallo staff che ne fa parte, oltre che – anzi soprattutto – dalla figlia di Matta, Alisée.
Una camminata a tratti abbacinante, tanta la bellezza e la ricchezza degli scenari, impreziositi da tante opere di Matta ma anche da cimeli acquistati dall’artista ed esposti tra i corridoi. Infine, la cappella dell’ex convento trasformata in laboratorio d’arte, nel luogo in cui l’artista ideava, creava e realizzava, ultima emozione di una visita straordinaria non solo perché attesa da anni.
Un’opportunità colta da molti e che ha messo in luce anche il forte rapporto umano dell’artista con la città, con molti visitatori saliti alla Bandita anche forti di ricordi del passato, di quando l’artista viveva la città, pronti a raccontare aneddoti e curiosità.