Riceviamo dalla Federazione provinciale di Sinistra Italiana Viterbo e pubblichiamo
Da molti anni stiamo assistendo ad una vera e propria azione vessatoria da parte della società Talete S.P.A contro i cittadini della provincia di Viterbo.
Talete è una società per azioni ed è individuata come soggetto gestore unico del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.). Il perimetro amministrativo del S.I.I. ricomprende tutti i Comuni facenti parte dell’ATO n°1 ed è composta quindi da tutti i comuni della nostra provincia.
Con atto di Orientamento/Indirizzo del 14.11.2023, la conferenza dei Sindaci ha preso atto della relazione tecnica dei consulenti incaricati e quindi di procedere con gli adempimenti necessari al fine di concretizzare la gestione del S.I.I. nella forma di Società Mista a prevalente Capitale Pubblico. Vale a dire vendere quote della medesima società a privati per risanare un bilancio fallimentare che gli stessi amministratori, con le loro incompetenze, hanno determinato.
L’esito della votazione è stato il seguente: 2 contrari – 2 astenuti – 27 favorevoli
Quando si privatizza un monopolio naturale come l’acqua potabile, le cose che possono accadere sono tre: che si alzino le tariffe all’utenza, che si taglino i fondi per il personale, la manutenzione e gli investimenti, infine che il gestore privato accumuli debito.
Se fino alla data del 14 novembre 2023 le azioni della S.p.A erano tutte in mano pubblica (cioè dei Comuni dell’Ato), ora il 40% sarà ceduto a soggetti privati e tutto questo secondo quanto votato quasi unanimemente nella predetta dall’Assemblea dei Sindaci interessati. Privati che, quasi per miracolo, dovrebbero sobbarcarsi le perdite della società e, con molta generosità, portarla in pareggio anziché cercare il profitto com’è normale per una S.p.A. che si rispetti che sia.
Una buona quanto ingenua illusione che viene spacciata dall’amministrazione provinciale di Alessandro Romoli come l’unica via d’uscita possibile: “There is no alternative”, come diceva Margaret Thatcher.
Ma le menzogne sulla privatizzazione salvifica proseguono anche in spregio all’esito del referendum del 2011 e alla legge regionale del 2014 sull’acqua pubblica, entrambi con esito contrario alla privatizzazione!
Ora ci fanno assaggiare l’antipasto di ciò che potrebbe accadere quando i privati, quelli veri, metteranno le mani sulla nostra acqua che, ricordiamo, è pubblica in base ad un concetto ribadito da percentuali mai più viste nemmeno nelle consultazioni elettorali, in un referendum celebrato pochissimi anni addietro.
Le imminenti elezioni amministrative, che vedranno impegnati ben venticinque comuni della provincia di Viterbo, riapriranno dibatto e problematica anche in occasione della campagna elettorale e, nelle aree dove la questione idrica è oggetto di numerose problematiche, sarà importante che i vari soggetti impegnati nel rinnovo delle amministrazioni comunali si impegnino a garantire e difendere ogni bene comune, non soltanto l’acqua pubblica e a garantirne una pubblica gestione, per non piegare questo bene primario alle logiche di mercato e profitto. Sinistra Italiana si batterà al fianco dei comitati di cittadini che da anni lottano per questo!