Talete, comunicato congiunto di undici consiglieri della Tuscia: “Riteniamo doveroso fare qualche considerazione”

Riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni ci siamo addentrati nella lettura del Piano Operativo Annuale 2025 di Talete e ci sono alcuni dati ed informazioni che vogliamo condividere con voi:

1) si dà ormai per scontata la vendita ad un soggetto privato (una multinazionale o un’azienda del settore??) del 40% di quote societarie salvo ulteriori quote attualmente in capo alla Provincia,

2) per l’ingresso del privato si prevedono flussi finanziari di 32 milioni di euro destinati prevalentemente al pagamento delle pendenze con i fornitori,

3) per effetto anche dell’ampliamento del numero di Comuni gestiti da Talete il costo annuale per l’energia elettrica schizzerà a circa 19 milioni di euro,

4) sempre per le stesse motivazioni il personale dipendente salirà da 140 a 270 occupati nel breve periodo,

5) vengono certificati ingenti apporti di denaro pubblico per un totale complessivo di circa 65 milioni di euro nel triennio 2025/2027 destinati ad investimenti,

6) i ricavi annuali passeranno da circa 68 milioni di euro del 2025 a circa 78 milioni nel 2027

7) si confermano gli aumenti tariffari che pagheranno i cittadini in bolletta rispettivamente del 8,2% nel 2025, 5,6% nel 2026 e 5,5% nel 2027,

8) circa 6/7 milioni di euro annui accantonati al fondo svalutazione crediti in quanto non esigibili.

Riteniamo doveroso fare qualche considerazione.

Di sicuro è sotto gli occhi di tutti il fallimento politico degli ultimi 20 anni dei soci di Talete (che non tutti sanno ma sono semplicemente i Comuni e non entità astratte) i quali non sono stati in grado di fare le giuste scelte per rendere una società a totale capitale pubblico efficiente ed in grado di offrire un servizio degno ai cittadini. E la privatizzazione è l’atto formale che attesta quanto sopra…

Inoltre viene smentita la lettura che molti politici locali hanno sempre dato ovvero che la società non poteva reperire fondi pubblici da destinare agli investimenti (magari proprio per contrastare alcune peculiarità del nostro territorio come la forte presenza di arsenico e fluoruri o l’elevata estensione territoriale in rapporto al numero degli abitanti. Siamo certi che la realizzazione di impianti di energia rinnovabile per abbassare il costo annuo di energia ed il cui beneficio venisse riversato a riduzione delle bollette dei cittadini sarebbe visto in maniera differente rispetto a quelli realizzate da grandi multinazionali che poi si portano via energia e profitto senza lasciare nulla di positivo al territorio).

Infine viene meno anche l’altra ricostruzione politica secondo cui l’ingresso del privato sarebbe ad esclusivo beneficio dei cittadini i quali invece saranno comunque costretti a subire ulteriori incrementi delle bollette… 

E poi, secondo voi, un privato che immette 32 milioni di euri in una società che ha poco più di mezzo milione di euro di capitale sociale si farà dettare l’agenda strategica dai Comuni??? E quando si paleserà una nuova necessità di nuove risorse finanziarie cosa succederà?? Un’ ulteriore vendita di quote al privato? E per rientrare dell’investimento il privato lascerà e reinvestirà gli utili a vantaggio della collettività così come previsto quando la società era in-house a totale partecipazione pubblica?

Valerio Biondi, Yuri Cavalieri e Daniela Pinardi Consiglieri Comunali Civita Castellana 

Rita Bonanni Consigliera Comunale Ronciglione 

Gianluca Gregori Consigliere Comunale Vallerano

Alessandro Tizi Consigliere Comunale Tuscania

Roberto Ranfone Consigliere Comunale Gallese

Domitilla Agostini Consigliera Comunale Acquapendente

Francesco Corniglia Consigliere Comunale Montalto di Castro

Ernesto Cesarini e Roberta Piroli Consiglieri Comunali Tarquinia