Riceviamo dal PD di Tarquinia e pubblichiamo
Con ordinanza n.2 del 16/02/2024 il Sindaco Giulivi ha ordinato “l’immediato abbattimento di 65 pini” siti in Viale Mediterraneo: un atto che solleva forte imbarazzo perché nel merito si era già espressa la Soprintendenza Archeologica con una nota (n.17636 del 18/10/2023) nella quale si dava parere favorevole alla sistemazione della viabilità, ma a condizioni ben precise, ovvero a condizione che venisse “garantita la conservazione integrale dei due filari di pini mediante l’impiego di tecniche agronomiche idonee a contrastare/attenuare la problematica legata alle radici affioranti” e non solo, la stessa Soprintendenza successivamente (06/02/2024) chiariva che non era stata fornita adeguata motivazione per l’abbattimento dei pini in questione e che pure non erano state prese in considerazione quelle misure alternative cui era stato fatto richiamo nella nota precedente ed inoltre veniva constatato che le alberature in questione fossero in perfetto stato di salute e – dunque – non a rischio di caduta.
La situazione aveva destato talmente tante perplessità che già alcune associazioni Tarquinia avevano diffidato formalmente il Comune al rispetto di quanto prescritto dalla Soprintendenza. Peraltro indicando esempi – anche vicini – di Comuni che hanno affrontato con metodologie innovative la stessa problematica, evitando con successo l’abbattimento di alberi.
Con l’ordinanza del 16 febbraio, invece, questa Amministrazione con l’arroganza che la contraddistingue ha deciso di disattendere quanto indicato, ordinando che vengano abbattuti (indiscriminatamente) i 65 pini in questione per un “reale, attuale e incalzante rischio di caduta degli alberi […] che minano la salvaguardia della pubblica sicurezza e incolumità di chiunque si trovi a frequentare Viale Mediterraneo” nonostante proprio le note richiamate dichiarino tutt’altra situazione.
Come al solito vogliono passare “sopra a tutti”, stavolta incuranti non solo delle istanze dei cittadini ma anche delle prescrizioni del Ministero. La soluzione è sempre una tra queste: chiudere, cacciare, multare, eliminare… Abbattere.
Chiediamo all’Amministrazione di revocare immediatamente un’ordinanza folle e di impiegare il proprio tempo, per una buona volta, ad ascoltare la voce dei cittadini e di chi – secondo scienza e coscienza – le ha già detto come agire: non si può dire di non avere una soluzione, quando una soluzione non la si cerca nemmeno. Oppure, ci viene da pensare: quando una soluzione non la si vuole trovare.