La notte più celebre, quella cantata da Antonello Venditti, è appena trascorsa: per i 509.307 maturandi pronti ad affrontare l’esame di Stato di istruzione secondaria di secondo grado – questo il nome ufficiale del complesso delle prove – è ora di sedersi sui banchi.
Tra una manciata di minuti, alle 8 e 30 di stamani, scatterà la prima prova, lo scritto di italiano. Ci sono quattro tipologie di tracce fra cui scegliere: analisi del testo, saggio breve o articolo di giornale (a tema artistico-letterario, tecnico-scientifico, storico-politico o socio-economico), tema storico o tema di attualità. Un sistema di chiavi digitali farà sì che, dal web, gli istituti potranno accedere, tramite il sito del Ministero, ai plichi che verranno successivamente scaricati, stampati e consegnati agli studenti: una procedura che, per non far trapelare informazioni in anticipo, non può attivarsi prima delle 8 e 15.
Una volta avuta tra le mani la propria copia dei titoli proposti, i ragazzi avranno sei ore come tempo limite di consegna: possono, naturalmente, impiegare anche meno tempo, ma non possono comunque lasciare l’aula prima che siano trascorse tre ore dal via alla prova. Come ribadito in una recente circolare del MIUR, saranno vietati “cellulari, smartphone, PC e qualsiasi altra apparecchiatura elettronica in grado di accedere alla rete o riprodurre file e immagini”: si può portare con sé solo il dizionario di italiano e qualcosa da bere o mangiare.
Come ogni anno, nei giorni precedenti scatta il toto-traccia, con ragazzi e media che tentano di prevedere qualcuno dei possibili temi “in ballo”, generalmente prendendo spunto o da ricorrenze, o da eventi di attualità. C’è chi, ad esempio, ricorda che ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Gabriele D’Annunzio, oppure chi, vede le leggi razziali come possibile base di partenza. Senza dimenticare che giusto un secolo fa si combatteva la Grande Guerra.
E anzi, alcuni quotidiani hanno riflettuto su un paragone tra i “ragazzi del ’99” di oggi – quelli che stamani sederanno sui banchi con la penna in mano, e quelli di cento anni fa, che in alcune città hanno persino una via intitolata perché un secolo fa, nemmeno ventenni, combattevano, proprio in questi giorni, in difesa del confine italiano. E’ quella passata alla storia come la “battaglia del Solstizio”: a darle un nome così epico fu proprio il Vate, Gabriele D’Annunzio, la cui figura su questa prova di maturità sembra davvero aleggiare come un fantasma.
In attesa di conoscere le tracce e le sensazioni vissute dai ragazzi, la Redazione fa loro un grosso in bocca al lupo.