di Stefano Tienforti
Il clima estivo, l’aria vacanziera, il periodo delle ferie sono, di solito, piacevoli sonniferi per la vita politica, cittadina e no: e così agosto diventa mese di transizione, e le settimane a cavallo del Ferragosto l’occasione per ricaricare le pile in vista dell’autunno.
Ed invece, vuoi – e penso alla politica nazionale – per la crisi economica, vuoi – parlando a livello locale – per l’avvicinarsi della scadenza elettorale, il clima già torrido di fine agosto s’è surriscaldato ulteriormente anche a colpi di diatribe partitiche e personali, lanciando una volata lunga che, se questi ritmi saranno confermati, richiederà ai protagonisti una preparazione psicofisica degna dei migliori fondisti.
È difficile andare per ordine, già che tali e tanti sono ormai i mezzi d’espressione ed informazione da rendere difficile, se non impossibile ricostruire priorità o cronologie. Per motivi di cavalleria, perciò, partiamo da una delle poche donne protagoniste nell’agone politico tarquiniese: la segretaria PD Arianna Centini che, in un comunicato stampa, si lancia in una dichiarazione pressoché biblica.
“Il PD è unito”, ha infatti affermato, e le sue parole hanno avuto eco nazionale, già che a memoria d’uomo mai nessuno s’era espresso con tanta determinazione sulla coesione di un partito all’interno nel quale ancora sono ben distinte le originarie frange DS-Margherita, il cui programma – proprio per tentare di tenere tutti assieme – dice tutto e il contrario di tutto ed al cui interno c’è spesso difficoltà anche solo ad accordarsi su dove andare a cena o se e come organizzare una festa democratica cittadina.
Al di là delle riflessioni generali, però, a smentire poco dopo la volenterosa segretaria ha pensato – chiamato in causa da qualche pettegolezzo nei commenti del nostro blog – il “senatore” (nel senso di longevo uomo di partito, Roberto Meraviglia può star tranquillo e detenere ancora il monopolio cittadino sull’utilizzo di tale appellativo, ndr) Daniele Ricci, nella cui presa di posizione non colpisce tanto la conferma sull’alterco tra Mazzola ed Antonelli, quanto il passaggio in cui si ammettono “problemi di ricambio generazionale, di deleghe di rappresentanza, di radicamento sociale e di rappresentanza dei suoi amministratori”.
Ok: sempre per citare Ricci, non saranno terremoti, ma è evidente da tempo che nella sezione di via Mazzini qualcosa si muova, ed a poco servono le rassicurazioni della Centini che, ad esempio, potrebbe iniziare spiegandoci, con chiarezza, la verità sulle voci di dimissioni dal direttivo di Alessandro Antonelli ed Anselmo Ranucci. I quali – personaggi legati da un rapporto politico e personale tra i più complessi da analizzare fra quelli instauratisi tra i protagonisti della vita cittadina – pare facciano capo a due associazioni politico culturali di recente costituzione: altra faccenda che, se confermata, non farebbe che aumentare gli indizi “sismici”.
Ma se Atene piange, Sparta certo non ride, anzi: perché ai sospetti di tensione nel centrosinistra fanno da contraltare le vere e proprie avvisaglie di guerra in un PdL che, proprio quando sembra iniziare a riunirsi per capire cosa fare da grande, in vista del 2012, già inizia a menarsi a mezzo stampa in maniera affatto implicita.
La vicenda, tutto sommato passata inosservata a chi non spazia ad ampio raggio sui differenti quotidiani locali, prende spunto dall’opposizione all’autostrada fatta a mezzo stampa dal duo ormai inossidabile Olmi-Maneschi, poi bacchettati sulle pagine del Corriere di Viterbo da un sedicente gruppo di imprenditori locali, niente affatto contrari alla realizzazione dell’infrastruttura.
Fatto sta che, secondo la replica dei due consiglieri, tale gruppo in realtà non esisterebbe, e alcune chiamate fatte ad agricoltori ed imprenditori tarquiniesi smaschererebbero il tutto come un attacco diretto a screditarli: vien da sé pensare ad un dispetto per far perdere ai due terreno e, soprattutto, potere decisionale in vista delle scelte che – prima o poi – anche la PdL sarà chiamata a fare, magari mettendo un filo d’ordine in un partito che da dopo la sconfitta di quattro anni e mezzo fa pare in stato confusionale.
Tra una settimana arriva settembre, l’aria sarà più fresca e, magari, il confronto meno acceso. E noi de L’extra, che intendiamo seriamente rispettare gli onesti tempi della tradizione politica, solo allora smetteremo i panni di semplici osservatori per indossare quelli dei protagonisti: andando, prima di tutto, a fare domande in giro, per capire – su un fronte e sull’altro – quali scenari ci aspettano da qui alla prossima primavera.
Intanto ci stiamo impegnando a studiare il rinnovato interesse della politica locale per il web ed i social network: a breve un primo articolo di riflessione sulle nuove frontiere della comunicazione cittadina!