Smantellamento centrale “A. Volta”, il sindaco Caci: «Dopo anni d’impegno oggi assistiamo a una svolta epocale»

Riceviamo e pubblichiamo

«A seguito dell’insistita e reiterata azione condotta dall’amministrazione di Montalto di Castro, l’azienda elettrica ha precedentemente comunicato l’avvio della gara di demolizione e, nel mese di giugno, l’apertura del cantiere per smontare le prime due delle quattro grandi caldaie, quelle poste a sud, verso Montalto Marina. L’operazione prevede lavori per un importo di oltre otto milioni di euro, che vedrà le aziende coinvolte ristorate in parte anche dalla vendita dell’acciaio e dei materiali recuperati». Lo dichiara il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci, a seguito degli ultimi interventi nel più grande sito industriale posto a Pian dei Gangani, dove è in via di smantellamento l’impianto della centrale termoelettrica Alessandro Volta.

«I quattro grandi gruppi produttivi (caldaie) ed alcune delle turbogas – aggiunge il sindaco Caci – sono state ritenute non più utilizzabili e disconnesse dalla rete. Ci si aspettava dunque l’inizio del processo di demolizione e bonifica delle aree ed il loro ripristino quo ante. Ciò non è avvenuto automaticamente ma è stata necessaria una profonda azione tecnica ed amministrativa che il comune ha condotto da solo e con determinazione per anni. Oggi assistiamo a quella, che possiamo definire, senza timore di smentita, una svolta epocale». 

«Per la nostra amministrazione e per me è un traguardo che riempie d’orgoglio – continua il primo cittadino – perché restituire a tutta la gente di Montalto e ai nostri ospiti il panorama più bello della maremma alto laziale, ha un significato profondo che si proietta, soprattutto nel futuro dei nostri figli ed a livello più ampio, in una diversa concezione della risorsa “Ambiente per tutti”. Non siamo certo alla fine, ma ancora all’inizio di una azione amministrativa piena di ostacoli, che dovrà necessariamente vedere un sostegno da parte dello Stato e degli enti preposti alla tutela ambientale. Oggi si sono disinteressati del problema, lasciando al comune di Montalto ogni onere organizzativo. Si pensi che abbiamo iniziato anche una procedura per la demolizione e bonifica dell’ex area nucleare e non riusciamo ad avere la nomina del Rappresentante Unico dello Stato che dovrà chiudere la conferenza dei servizi da cui prescindono le successive decisioni.

La conferenza dei servizi dovrebbe essere una procedura snella, per come è scritta, ma di fatto, senza una fattiva collaborazione, assai complicata da attuare – prosegue il sindaco Caci -. Ma non demordiamo e continuiamo ad interagire con tutti gli enti e ministeri per avere risposte certe, pur constatando quanta poca attenzione sia rivolta all’ambiente, che sembra interessare solo al comune di Montalto di Castro.

Intanto, comunque, brindiamo al primo risultato raggiunto, ossia la notizia della demolizione delle grandi caldaie, nonostante ci siano ancora aspetti da chiarire. Cercheremo di aumentare il coinvolgimento delle imprese del territorio – conclude il sindaco – che nonostante l’impegno di amministrazione, associazioni di categoria e sindacati che si sono più volte incontrati con Enel, non è ancora soddisfacente. Non ci fermeremo e continueremo a chiedere maggiori garanzie. Per anni il territorio ha subito la presenza ingombrante della centrale ed è giusto che ora venga ripagato, coinvolgendo l’economia locale». 

LA STORIA DELLA CENTRALE

L’area che interessa l’impianto occupa una superficie di 250 ettari ed era destinata a ospitare il più grande sito per la produzione di energia atomica in Italia, la cui costruzione fu interrotta per gli effetti del referendum popolare indetto a seguito delle conseguenze sull’ambiente provocate dall’incidente nucleare a Chernobyl del 26 aprile 1986. Successivamente, nel 1992, il sito venne riconvertito in un impianto termoelettrico denominato Alessandro Volta, che registrò la produzione elettrica più grande d’Europa (oltre 3000 MWp nel 2009 e successivamente integrato da un parco fotovoltaico di circa 6MWp che oggi si estende su una superficie di circa 12 ettari).

Dal 2005 la produzione di energia “convenzionale” ha registrato una forte riduzione, causando il fermo della centrale Alessandro Volta, entrata in servizio solo per brevi periodi e sempre più raramente. Nel 2016 è stato bandito dall’Enel il concorso di idee per la riconversione del sito, denominato Futur-e. Il progetto risultato vincitore, se pur molto interessante sotto l’aspetto turistico, necessita di un complesso iter autorizzativo che non è ancora iniziato a causa della mancata individuazione di un soggetto finanziatore.