di Stefano Tienforti
Un politico tarquiniese, non molto tempo fa, mi spiegava in che maniera, a suo avviso, un amministratore in carica vivesse il quinquennio del suo mandato: un primo anno di luna di miele, con assessori e consiglieri entusiasti e collaborativi; due, successivi, di contrasti da appianare, con scelte che diventano sempre più faticose; infine l’ultimo biennio nel ciclone, circondato da politici che sgomitano per meglio guadagnarsi una buona posizione in griglia alla partenza dell’imminente turno elettorale.
Assumendo per validi tale percorso e le sue scadenze, si dovrebbe finire col trovare Mauro Mazzola alle prese coi primi sbalzi di pressione, e forse lo scambio di “tenerezze” di fine anno con l’ex presidente di TM Giovanni Guarisco è segnale evidente che, settimana dopo settimana, cresce la tensione che porterà – riunione su riunione, alleanza su alleanza – a tirare le somme delle comunali del 2012.
In realtà, la posizione di Mazzola pare, a tutt’oggi, ben salda, almeno per quanto riguarda il suo ruolo di candidato-bis che – stando alle voci popolari – qualcuno nei mesi scorsi studiava d’insidiare. Forse anche per questo il primo cittadino ha mosso i suoi passi, anche di comunicazione, per segnare il territorio, e persino la linea decisa scelta sulla questione carbone – “ho fatto questa scelta, non ho rinnegato nulla, l’amministrazione ed io siamo convinti sia la strada giusta” – somiglia tanto ad un modo di lanciare, con grande anticipo, la campagna elettorale sul tema che più, in quel frangente, scotterà.
Se dalla sua parte, perciò, Mazzola pare poter star tranquillo, dovremo chiederci, nei prossimi mesi, quali insidie gli opporranno i rivali politici. I No Coke, ad esempio, sentono forte la delusione da tradimento subita dall’Amico in Comune, ed è probabile che organizzino un fronte comune per veder rappresentate le proprie esigenze e volontà. Discorso simile potrebbe farsi per la sinistra ambientalista, che all’Agraria Antonelli non ha voluto in coalizione: dove andranno a confluire queste forze, peraltro rivitalizzate dal ruolo leader di Nichi Vendola?
Sul fronte opposto, il centro destra si troverà tra poco a dover affrontare un’opera di scelte e ricompattamento che l’improvvisa morte di Sergio Benedetti renderà ancora più difficile: la sua esperienza nell’ambito del partito sarà un’assenza pesante in un frangente tanto delicato e si fa fatica ad individuare una figura dallo spessore anche solo simile a quella dell’ex vicesindaco. Di personaggi che ambiscono alla carica però ce ne sono, e parecchi: quasi tutti politici, ma non è da escludere che l’attuale opposizione possa spingere in campo nomi che, per ora, animano la scena della cosiddetta società civile.
Su tutto, poi, aleggiano le incognite di una competizione elettorale lunga, massacrante e che, con la possibilità del ballottaggio, non fa che moltiplicare ipotesi, strategie, possibilità. I punti interrogativi, stavolta più che mai, fanno capo a quei personaggi in cerca di posizione che – vuoi per esperienza, vuoi per entusiasmo – potrebbero anche pensare d’insidiare il ruolo bipolare dei due grandi schieramenti. L’idea del terzo polo di centro di cui, adesso, la politica nazionale tanto si alimenta non è, perciò, estranea nei piani futuri dei politici tarquiniesi.
Ma la partita è lunga e, su di essa, avremo tutti ancora tanto modo di parlare.