Riceviamo e pubblichiamo
Ho depositato un’interrogazione urgente sulla nuova istanza di AIA presentata dalla Pellicano srl per la realizzazione di un impianto di compostaggio con sistema aerobico finalizzato alla produzione di biogas in località Olivastro a Tarquinia. Un progetto identico era stato rigettato dalla Regione Lazio con rilascio di AIA Negativa in data 13/08/2018 e per questo trovo inammissibile la procedura adottata da parte dell’Ing. Tosini della Direzione Regionale “Politiche Ambientali e ciclo dei rifiuti”.
Nella conferenza di servizi tenutasi in data 30/01/2019, il direttore competente ha asserito come la procedura AIA recentemente conclusa sia risultata negativa perché sia la provincia sia l’ARPA non si erano potute esprimere per la mancanza delle integrazioni richieste al Consorzio Pellicano, l’allora proponente del progetto ora tramutato in Pellicano srl. Al contrario, ho rilevato dall’esame degli atti come la domanda sia stata rigettata perché c’è stata prevalenza di pareri negativi da parte delle amministrazioni interessate al procedimento come si legge nella Determinazione regionale “valutate le specifiche risultanze della conferenza, nonché tenuto conto delle posizioni prevalenti acquisite nel corso del procedimento, connesse cioè all’importanza degli interessi qualificati ovvero sensibili tutelati da ciascuna amministrazione, stante i pareri negativi, ovvero con valenza negativa, resi.”
L’elenco dei pareri negativi è lungo, tra questi quello del Sindaco, del comune di Tarquinia e dell’ARPA Lazio mentre è stato espresso parere di improcedibilità da parte della provincia di Viterbo e della ASL di Viterbo. Le motivazioni dei dinieghi sono chiaramente espresse dai diversi enti e tra questi evidenzio quello della ASL di Viterbo che dichiara la presenza di abitazioni ad una distanza inferiore ai 300 metri, circostanza questa ribadito nella recente conferenza di servizi anche dal comune di Tarquinia, diversamente invece da quanto sostiene il proponete il progetto stesso.
Aggiungo che la localizzazione del progetto è palesemente in contrasto con le prescrizioni del PTPR in merito al Sistema dei Paesaggi Agrari. Ricordo infatti che l’area oggetto del progetto è classificata come “Paesaggio agrario di valore” dove è vietata sia la realizzazione di nuove strutture industriali sia gli ampliamenti superiori al 20% stante la necessità di tutelare il paesaggio agrario mediante la conservazione e valorizzazione dell’uso agricolo e di quello produttivo compatibile.
Mi rimane difficile comprendere l’ammissibilità di un simile procedura tenuto conto che il progetto presentato per la nuova istanza autorizzativa è identico al precedente e per questo voglio che risponda direttamente l’assessore interessato in sede di consiglio regionale. Non mi fermerò in questa battaglia che porto avanti da anni per tutelare la salute dei cittadini e le aree agricole costantemente minacciate di scomparire a causa di grandi impianti industriali.
Silvia Blasi