Riceviamo da Silvia Blasi e pubblichiamo
È stata approvata una modifica all’art. 34 bis delle norme in materia di gestione delle risorse forestali (L.R. 39/2002) che modifica la definizione di faggete depresse ponendole ad un altitudine inferiore i 300 m.s.l.m.
Questa modifica vanifica l’obiettivo di sottrarre alle utilizzazioni forestali tali ecosistemi esponendo al taglio faggete come quelle circostanti il Lago di Vico. Spiega la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Silvia Blasi: “sono perciò a rischio tutte le faggete in provincia di Viterbo che trovandosi sotto gli 800 m.s.l.m., prima della modifica, erano tutelate in maniera particolare e soprattutto ne era vietato il taglio come recita il comma 3 dell’art. 34 bis della suddetta L.R. 39/2002: Per le faggete depresse (…) sono vietate le utilizzazioni per finalità produttive fatto salvo i tagli necessari per la conservazione della faggeta o per motivi di pubblica incolumità”.
Conclude ancora la Blasi: “Ora tutto questo è stato spazzato via dagli stessi che, da una parte, spendono 12 milioni di euro in tre anni per piantare alberi con il progetto Ossigeno, dall’altra, promuovono, di fatto, il taglio di ecosistemi esistenti che sono importanti serbatoi di C02 a testimonianza di una grande resilienza a quei cambiamenti climatici che mai come ora sono così evidenti a tutti”.
Silvia Blasi
consigliere regionale del Movimento 5 stelle