C’è anche una villa a Tarquinia tra i beni che Nucleo valutario della Guardia di Finanza ha provveduto a “congelare”, ieri, all’imprenditore russo Arkadij Romanovich Rotenberg. Una misura, quella adottata dalle Fiamme Gialle, prevista dall’Unione Europea nei confronti degli uomini più vicini al presidente russo Vladimir Putin dopo la guerra scatenata in Ucraina. L’intervento, nel dettaglio, giunge in applicazione del regolamento n.269 del 2014 adottato dall’Unione Europea con le “misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”.
Rotenberg – 62 anni ed una fortuna costruita ed alimentata anche grazie ai numerosi appalti aggiudicatisi per le Olimpiadi invernali di Sochi dello scorso febbraio – è infatti il compagno di judo di Vladimir Putin e nella “black list” compilata dalle autorità degli Stati Uniti sui soggetti da sanzionare risulta al quinto posto.
Di qui la decisione dell’UE di intervenire con provvedimenti simili – è la prima volta che una misura di tale natura viene adottata in Italia – per limitare l’azione finanziaria degli uomini più vicini al presidente russo (che, ora, si trova nell’indisponibilità dell’utilizzo dei beni sigillati), bloccando contestualmente l’accesso delle banche russe ai capitali europei e vietando l’import ed export di tecnologie ritenute strategiche.
L’elenco degli immobili sottoposti al provvedimento non si ferma, naturalmente, alla villa in territorio tarquiniese: molte le strutture in Sardegna – un appartamento a Cagliari, una villa a Villasimius, due ville ad Arzachena – ed un albergo, il “Berg Luxury”, in pieno centro di Roma. Un totale, insomma, di circa 30 milioni di euro di beni che l’imprenditore russo risulta aver acquistato attraverso le aziende che possiede all’estero.