Riceviamo e pubblichiamo
Dalle ore 15 di sabato 3 ottobre fino a domenica 4 ottobre al Convento della Santissima Trinità di Selva, nel comune di Santa Fiora, saranno esposti disegni e sculture di Padre Quirino Nucciotti. L’inaugurazione dell’esposizione è prevista per le ore 12 di domenica 4 ottobre. Ingresso libero. La mostra è a cura di Lidiano Balocchi.
L’evento, inserito all’interno del cartellone autunnale di Vivi Santa Fiora, è promosso dall’associazione culturale per La Selva in collaborazione con il Comune, per non dimenticare la figura di Padre Quirino Nucciotti e il suo impegno, come religioso e come artista.
Padre Quirino al convento della Santissima Trinità di Selva ci ha lasciato il cuore e qualcos’altro di altrettanto prezioso …l’allontanamento frettoloso gli ha fatto dimenticare qui l’impegno artistico di una vita.
In seguito per sopravvenute necessità divisorie del convento della Santissima Trinità le sue opere furono ammucchiate in sagrestia, proprietà del parroco di Selva.
Alla morte del primo parroco prete furono consegnati al parroco del Saragiolo in qualità di custode più vicino ai parenti dell’artista. Oggi don Gian Pietro Guerrini ha investito l’associazione culturale per la Selva quale nuova custode di questo lascito prezioso.
“A volte nella vita normale si incontrano persone speciali – commenta il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi – Padre Quirino Nucciotti è una di queste. Raccontava la vita usando tutte le forme espressive artistiche. Autodidatta per lui la parola diventava poesia e la ricerca per narrare la sua fede passava dalla pittura dalla scultura. Padre Quirino era legatissimo al mio paese, la Selva, e al suo convento. In quel luogo fantastico ha lasciato testimonianza della sua sensibilità e delle sue capacità spontanee, naturali.
Ci vuole tempo, a volte, per riconoscere gli esseri straordinari come lui, non è mai troppo tardi. Riprendere in mano e riguardare con occhi nuovi la sua crocefissione in terracotta, e i suoi dipinti tutti realizzati su materiali di recupero ci mostra ciò che solo la distanza degli anni consente. Era un francescano mite e gentile che rispettava le persone e gli oggetti. Falegname che riciclava e dava nuova vita al legname di recupero trasformandolo in tavoli. Fino alla sua tomba in cui ha voluto essere accompagnato dalla propria arte artigiana”.