(s.t.) “Spero vivamente che questa sia l’ultima stagione che viviamo col Covid, che la primavera sia davvero una primavera di rinnovamento. Con la parte dei vaccini che sta andando avanti e con il fatto che primavera e estate aiutano a far sì che il Covid circoli meno, spero che nei prossimi quattro, cinque mesi possiamo uscirne fuori”: in quella che ormai è divenuta una tradizione di fine anno, l’intervista dei sindaci a lextra.news, Alessandro Giulivi, primo cittadino di Tarquinia, esordisce parlando delle speranze per il 2021 alle porte, soprattutto legate a una possibile uscita dalla pandemia. Ma non mancano un bilancio, per lo più cupo, dell’anno appena trascorso, alcuni spunti per quello che inizia e qualche polemica.
“Se devo esprimere un desiderio per l’anno nuovo – continua – sicuramente la prima richiesta è che ci riporti a una vita serena e normale, facendoci uscire da questa emergenza sanitaria che ormai ci attanaglia da quasi un anno. Una ripartenza anche della nostra vita quotidiana, con gli abbracci, i baci e tutto ciò che fa parte della nostra identità. E, assieme a tutto questo, è importante la parte economica: se riprenderà la vita normale, riprenderemo tutti i progetti per questa città”.
Di certo, il ricordo dell’anno che sta per chiudersi non è positivo – “ho solo ricordi brutti: un anno da dimenticare il prima possibile, per tutto quello che è successo e per le persone che ci hanno lasciato” –, ma che al sindaco non lascia rimpianti. “C’è qualcosa che farei diversamente, ripensando a questi mesi? – le parole di Giulivi – No, perché purtroppo le emergenze vanno vissute come tali, e le risposte date in maniera rapida. Il più delle volte non hai tempo per pensare a come potresti far meglio, ma devi pensare a ciò che puoi fare subito. Credo che quello che abbiamo fatto per Tarquinia sia stato il massimo che potevamo fare, a livello di tracciamento del virus per le persone contagiate, e che la protezione che abbiamo dato alla città sia stata massima. E anche i tarquiniesi si sono comportati bene: non lo dico per piaggeria, sono i numeri a parlare”.
Nessuna delusione, quindi, dai cittadini. “Dalla maggioranza no, – risponde, offrendo un primo spunto polemico – mentre c’è una piccola parte potrebbe chiacchierare meno e fare di più. Purtroppo sui social, anche se io non li uso, si fanno molte critiche, ma devono essere costruttive. Bisogna anche riuscire a dare magari delle risposte: è troppo semplice dire no e basta”.
Ponendo lo sguardo al futuro prossimo, si parla di scuola. Si tornerà in aula anche a Tarquinia, il 7 gennaio? “La scuola è un tema molto delicato – risponde Giulivi – dobbiamo vedere come si evolve la situazione epidemiologica non solo nella nostra città, ma in tutta la provincia, perché parliamo anche di scuole superiori, con molti alunni che vengono dalle cittadine circostanti. Un altro discorso è legato al trasporto: se avviene in orari differenti, riuscendo a garantire la distanza di sicurezza e mettendo sui singoli autobus la metà degli alunni, sicuramente il fattore rischio diminuisce”.
Una decisione, insomma, sarà presa nei prossimi giorni “per valutare se il contagio e il virus ancora navigano in maniera incontrollata. Se arriviamo all’Epifania con un aumento dei contagi nel nostro comune dovremo prendere dei provvedimenti, anche indipendentemente da cosa deciderà il Governo. Ma continuo a dire che abbiamo una didattica a distanza che funziona molto bene, dall’asilo alle scuole superiori, per cui non chiuderebbe la scuola, ma solo la scuola in presenza. Se servirà a ridurre il rischio in maniera sensibile, utilizzeremo la didattica a distanza”.
Dopo un passaggio sui progetti per un nuovo polo scolastico e su quelli, ben più avviati, sul riammodernamento dell’impiantistica sportiva (i dettagli nell’intervista video integrale sopra), si tratta un altro tema caldo dell’estate scorsa: una volta liberi dal Covid, l’amministrazione come immagina la ZTL? Sarà stagionale, per consentire di nuovo alle attività di aprirsi all’esterno, o definitiva anche per l’inverno? Ed è previsto un piano per nuovi parcheggi? “Credo tutto questo faccia parte di un progetto unico. Oggi abbiamo cominciato a dare incentivi alle attività che nascono nel centro storico, credo e spero che ne aprano il più possibile e in quel caso le macchine non potranno più convivere con le persone. La ZTL, quindi, andrà di pari passo con l’incremento delle attività commerciali. Il centro commerciale naturale, che fa parte del programma di questa amministrazione, deve far sì che questa città viva anche di inverno e di eventi: il Divino etrusco non può essere l’unico, ma deve diventare uno dei tanti, iniziando ad esempio a riprendere il Premio Cardarelli”.
“Intanto, per ora, come abbiamo riaperto in queste settimane per garantire la possibilità dell’asporto, con la stagione calda ridaremo spazio alle attività per riaprire all’esterno. Ma non penso alla riapertura dell’anello: a cosa serve se non si possono fermare. Genererebbe solo traffico, senza supporto alle attività. La gente deve abituarsi a lasciare la macchina e a camminare, che oltretutto fa anche bene. Una bella camminata al centro storico favorisce la salute e il commercio. Poi dobbiamo dargli la possibilità di parcheggiare, questo sì”.
Per il Lido, proprio nei giorni scorsi di nuovo stravolto dalle mareggiate, c’è possibilità di una soluzione? “Certo – replica Giulivi – quando io ho fatto il sindaco e ho fatto il ripascimento, ormai vent’anni fa, avevo proposto un consorzio tra gli operatori balneari e il comune. Dedicando gli incassi di una o due file di ombrelloni a un conto comune, a cui il comune partecipava per le aree di sua pertinenza, alla fine dei due o tre anni, o al momento della necessità, si rifaceva il ripascimento, perché non esistono altre soluzioni. Fra poco il mare torna dove lo avevo lasciato vent’anni fa, a ridosso degli stabilimenti”.
“Gli operatori balneari – rincara la dose Giulivi – devono mettersi in testa che se vogliono salvaguardare la loro attività devono investire. Bisogna ripartire da un consorzio tra operatori, non ci sono altre soluzioni perché il mare non indietreggia, il mare avanza. Ognuno può difendere la propria attività, ma gli operatori devono pensare di essere prima di tutto imprenditori e mettere parte del loro incasso in un bel cassetto, insieme al comune, per pensare a fare il prossimo ripascimento, perché l’Europa i soldi non ce li darà più”.
Ma ci sono possibilità di dialogo e conciliazione sul tema? “Io ho già cercato di farlo. Non è semplice la cosa, dico sempre che purtroppo per gelosie, per fattori storici e quant’altro non riusciamo nemmeno a mettere d’accordo un condominio. Io sarei la persona più felice al mondo se riuscissimo a far si che gli operatori si siedano con un unico obiettivo allo stesso tavolo. Però il più delle volte si tratta di piccoli dispetti che creano danni insormontabili: se vogliono continuare a farsi i dispetti tra di loro possono continuare, ma l’economia ha un altro passo”. Nessuna apertura nemmeno alle barriere di sabbia a protezione delle strutture. “Non sono io che devo consentirlo, c’è una legge regionale che parla precisamente di come devono essere fatte le barriere. Se seguono il regolamento regionale, visto che qualcuno le ha già fatte e vedo che funzionano, possono farle”.
Prima della chiusura, qualche passaggio politico. “Lasciare la delega all’urbanistica dopo l’ordinanza sulle demolizioni al Giglio? Non ci ho pensato perché io non ho mai influito e non influirò mai sulle scelte dell’ufficio urbanistica. Ho dato incarico ai tecnici di valutare la parte che è sanabile e la parte che ci sarà da demolire, e quello dovrà esser fatto si farà. Non influenzerò mai un ufficio comunale, come non l’ho fatto prima non lo farò adesso, quindi possono stare tranquilli, non si devono preoccupare”.
Ma che voto si dà Giulivi per il 2020 in via di conclusione? “Cinque, perché purtroppo non riesco a fare quello che vorrei. Purtroppo la macchina comunale è molto complessa, anche perché sono andate in pensione oltre 40 persone, e con i concorsi bloccati non riusciamo a rimettere delle persone negli uffici, che lavorano una un terzo delle possibilità che avrebbero. Alla giunta invece, così come agli uffici e al personale del comune, dò sette, perché lavorano con grandi difficoltà. All’opposizione, invece, dico che dovrebbe fare meno personalismi e un po’ più di opposizione politica. Criticare tutto e tutti non è opposizione. Nel mio primo mandato da sindaco all’opposizione avevo un certo Gigi Daga: tanto di cappello a un personaggio che oggi ci manca sia come uomo che come politico. In consiglio mi aspetto gente come lui, non chi usa il ruolo per fare propaganda elettorale. Vorrei all’opposizione sei o sette Gigi Daga, che non era tenero!”.
La chiusura è dedicata ai ricordi di persone care, salutate in questo duro finale del 2020. “A partire da Ada (Iacobini, ndr), di cui mi manca tutto: era una persona veramente sempre solare e sempre pronta a dare le risposte e aiutare la gente. Aveva questo entusiasmo che l’ha seguita sino all’ultimo giorno: al di là della sua presenza fisica, ci manca anche quella in tutti i settori che seguiva, e non sarà facile trovare un sostituto, né ho fretta di trovarlo”.
“Ecco – conclude – se mi chiedi chi è il personaggio di questo 2020, non riesco a farti un solo nome, tra le tante persone che meriterebbero l’apprezzamento per tutto quello che hanno fatto nei loro campi. Ma mi fa piacere ricordare le persone che ci hanno lasciato, dall’ultima in ordine di tempo, il dottor Poleggi, ad Ada, passando per Lucio: personaggi che erano parte di questa città, con tanti loro ricordi che lasciano un segno”.