Riceviamo e pubblichiamo
È di questi giorni la notizia di 22 arresti nel corso dell’operazione antindrangheta condotta anche nella Tuscia dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Dalle indagini emerge che, oltre a riciclare denaro, la cosca controllava centinaia di voti. Questa vicenda non può essere archiviata come uno dei tanti casi di cronaca. Viterbo non è Cinisi, ma le infiltrazioni malavitose sono presenti, come pure, stando alle notizie che abbiamo letto sulla stampa, i rischi di un intreccio con alcuni pezzi della politica.
Non possiamo restare indifferenti. Diciamo a voce alta: “No alle mani della mafia e della criminalità sul nostro territorio!”. E lo facciamo nello stesso giorno, il 9 maggio, in cui 35 anni fa venne stroncata la giovane vita di Peppino Impastato per combattere la collusione tra politica e malavita. Impastato era uno che la mafia la combatteva tutti i giorni dalla sua Radio Aut, che ce l’aveva in casa, essendo il padre un mafioso del paese, ma che ebbe il coraggio di ribellarsi, di denunciare gli intrighi, e pagò con la vita.
Mai come ora a Viterbo occorre dare un segnale forte. E deve essere la politica sana a farlo. A seguito della campagna “Anch’io sono Peppino Impastato”, lanciata da Tusciaweb circa tre anni fa, l’attuale sindaco Marini assunse un impegno con i cittadini per intitolare una via, una parco, un luogo a questo giovane che per le nuove generazioni è il simbolo della lotta alla mafia. Impegno non mantenuto, nonostante le sollecitazioni del Circolo dei Giovani Democratici di Viterbo, intitolato, quello sì, a Peppino Impastato.
Ebbene, se saremo eletti consiglieri comunali, ci batteremo perché la nostra città abbia un luogo intitolato a Peppino Impastato e, soprattutto, per l’affermazione della legalità come valore forte della nuova amministrazione.
Christian Scorsi
Alessandra Politi
Candidati al Consiglio Comunale di Viterbo nella lista del PD