Riceviamo dai docenti dell’IIS “Vincenzo Cardarelli” e pubblichiamo
Scorporo del Liceo Scientifico di Tuscania dall’IIS Cardarelli di Tarquinia e suo accorpamento all’Istituto Tecnico Economico “P. Savi” di Viterbo: questa la notizia che da due settimane ha travolto la comunità di Tuscania e dell’IIS Cardarelli, causando indignazione e sconcerto tra studenti, famiglie e corpo docente, considerati solo numeri da sommare agli iscritti dell’Istituto viterbese per garantirne la sopravvivenza. La storia si ripete e per la seconda volta in dieci anni il Liceo di Tuscania deve “sacrificarsi” per salvare un altro istituto in difficoltà, come già avvenuto nel 2009-2010 quando il Liceo di Tuscania, nato come sede distaccata di Tarquinia, è stato annesso all’allora IIS “P. Canonica” di Vetralla con l’unico risultato di ottenere un calo di iscrizioni in entrambe le sedi fino alla chiusura della scuola accorpante e il “rientro del Liceo di Tuscania nella casa madre di provenienza”, come ha sottolineato la DS Laura Piroli nella lettera inviata al Provveditorato e alla Provincia.
Le argomentazioni prodotte a sostegno dello scorporo fanno leva su numeri che non hanno un riscontro effettivo, poiché a fronte dei 455 iscritti dell’istituto “P.Savi”, peraltro con una previsione di riduzione in considerazione del fatto che alle quattro classi prime entrate quest’anno corrispondono sei classi quinte in uscita, ben poco aiuto porterebbe il Liceo di Tuscania che conta attualmente 146 studenti da cui andranno sottratti i 42 delle classi quinte in uscita e, anche se dovesse essere confermato con le nuove iscrizioni l’ingresso di 30-32 studenti, il totale che ne risulterebbe non consentirebbe al Savi di superare la soglia minima per evitare il dimensionamento. È allora opportuno e realmente utile separare il Liceo di Tuscania dal Cardarelli compiendo una chiara forzatura normativa? Non si può infatti ignorare che le Linee Guida regionali in materia di disegno della rete scolastica per il 2022- 2023 affermano che “in considerazione dell’attuale fase transitoria di definizione delle nuove norme nell’ambito del tavolo tecnico del Ministero dell’Istruzione, non verranno adottate misure di dimensionamento nei confronti delle Istituzioni scolastiche sottodimensionate” e la loro violazione non potrebbe che rappresentare un messaggio negativo e palesemente diseducativo per i giovani che ci sforziamo di avvicinare ad una cittadinanza consapevole.
La DS, tutti i docenti del Cardarelli, gli studenti e le famiglie si sono uniti contro questa manifesta intenzione di scorporo, la cui infondatezza è palese se ci si sofferma a riflettere su alcuni aspetti. Primo fra tutti la mancanza di affinità didattica tra il Liceo di Tuscania, un liceo appunto, e l’Istituto “P. Savi”, che annovera al suo interno solo indirizzi tecnici che rappresentano una realtà scolastica del tutto aliena dalla tradizione esclusivamente liceale di Tuscania, che, al contrario, ha trovato nel Cardarelli affinità di metodologie, di intenti e di progettualità. A riprova dell’effettiva integrazione tra il Liceo di Tuscania e il Cardarelli va segnalata anche la presenza di docenti che svolgono servizio su entrambe le sedi dell’Istituto e che potrebbero optare per un trasferimento, come già alcuni hanno palesato alla DS, con il risultato della perdita della continuità didattica e del rapporto di fiducia venutosi a creare negli ultimi quattro anni, tra il corpo docente e le famiglie degli studenti. Senza considerare che il ritorno al Cardarelli nel 2017-2018 è stato un “toccasana” per il liceo di Tuscania anche per gli importanti investimenti fatti dal Cardarelli per migliorare l’edilizia scolastica e dotare il plesso di Tuscania di nuovi laboratori, anche a costo di rinunce nella sede di Tarquinia. A chi ha affermato che il passaggio al Savi rappresenterebbe un vantaggio per le famiglie per maggiore facilità a recarsi nella sede centrale dell’Istituto a Viterbo, si fa notare che “mai un genitore di Tuscania è dovuto andare a Tarquinia”, come ha orgogliosamente e giustamente affermato la DS, perché gli insegnanti in servizio sulle due sedi si sono sempre attivati per facilitare le operazioni di segreteria senza il bisogno di spostamenti.
Come hanno sottolineato i docenti nella lettera inviata dalla DS al Sindaco di Tuscania, al Provveditore agli studi di Viterbo, al Presidente della Provincia e al Direttore dell’USR Lazio, a indurre al ripensamento dovrebbero essere “una serie di considerazioni, prima fra tutte la storia del Liceo di Tuscania, che vanta una tradizione trentennale sul territorio in cui rappresenta un importante riferimento per l’utenza del Comune stesso e dei centri limitrofi, un liceo che negli anni ha dovuto affrontare cambiamenti di Dirigenza che ne hanno condizionato la crescita” e che non può e non deve essere la vittima sacrificale all’interno di logiche non propriamente didattiche.