Uno spazio narrativo e creativo a disposizione dei lettori che vogliano cimentarsi nel creare e raccontare storie: tra le nuove rubriche de lextra.news, ne arriva una in cui saranno ospitati – per chi lo vorrà anonimamente – gli esperimenti narrativi di chi vorrà condividerli con noi.
Nuvole. Sopra, sotto, davanti, dietro. Le gambe si muovono, ma i piedi affondano. Movimento apparente, ma stasi totale, come il silenzio. Paura. Di cosa? Di lui.
In questo mondo d’ovatta non ci sono angoli dietro i quali nascondersi.
In questo bianco morbido e accogliente sono al sicuro. O forse no?
Lo sento, è qui.
Provo di nuovo a camminare. Non ci riesco. Rabbia.
Adesso dovrei voltarmi, so che è lì che apparirà, come sempre. Gli occhi si muovono, ma non la testa.
“Nothing’s gonna hurt you baby, nothing’s gonna take you from my side”.
Ci siamo. Questa è la sua canzone.
Sono sdraiata a terra, lui è sopra di me. Ride.
Comincia il suo gioco.
Si scaraventa sui miei vestiti, li strappa e mi graffia. Non sono legata, siamo solo io e lui. Potrei colpirlo, allontanarlo da quel corpo che sta seviziando. Il mio corpo.
Le braccia non reagiscono. Le gambe intrappolate in una morsa invincibile.
Lacrime. Ancora rabbia.
Chi sei?
Il volto, mostrami soltanto il volto. Ne ho bisogno. Prenditi tutto quello che vuoi ma aiutami a dare un senso a questo incubo perenne da cui non riesco a svegliarmi.
È di nuovo mattina, per fortuna. Mi alzo e, mentre il caffè mi scotta la gola, il mio viso stanco si specchia nei suoi occhi preoccupati.
“Come mai non riesci a dormire bene?”.
“Non lo so”.