Riceviamo da Italia Nostra Sezione Etruria e pubblichiamo
“Si è concluso il dibattito pubblico sulla SS675 Umbro Laziale, al quale siamo intervenuti in tutti gli incontri come Italia Nostra Sezione Etruria con estrema partecipazione per difendere, ancora una volta, la valle del Mignone dallo scempio del tracciato verde che Anas Spa proponeva come scelta nel 2015 per completare l’infrastruttura ferma da 20 anni. Con estrema soddisfazione leggiamo il report di Anas, che valutati i tracciati proposti, indica il magenta come risultato il migliore, superando l’idea, a nostro avviso sbagliata, di reinserire il tracciato verde tra quelli proponibili.
Le nostre osservazioni al dibattito pubblico sono state concentrate infatti su questa preoccupazione, ricordando come la Corte di Giustizia dell’Unione Europea aveva sentenziato che vi fossero altri tracciati possibili evitando di considerare fattibile quello verde, soltanto perché – sulla base del progetto di Anas – fosse ritenuto più economico, commettendo quindi l’errore di annoverarlo tra i tracciati possibili.
La sentenza del Tar n. 10164 del 2021 ha, infatti, bocciato il tracciato verde che ricadeva nella valle del Mignone, inclusa nella Rete Natura 2000, poiché “uno Stato membro può dare corso alla realizzazione di un progetto idoneo ad incidere sulla integrità di una zona speciale di conservazione, anche nonostante il parere negativo eventualmente già espresso dall’Autorità competente, “a meno che non esista una soluzione alternativa che comporta minori inconvenienti per l’integrità della zona interessata”
La Commissione VIA-VAS, nel parere del 20 luglio 2017, dopo aver analizzato anche l’Analisi Multicriteri prodotta da Anas, aveva evidenziato che “…nella individuazione delle misure “alternative”, che precludono la realizzazione di progetti idonei a compromettere l’integrità di una zona speciale di conservazione, non si deve avere riguardo, dunque, ai costi economici, ma solo all’esistenza di eventuali misure “alternative”, che possano comportare un impatto minore sulla “integrità della zona interessata”.
“Gli impatti ambientali che si configuravano dall’analisi della documentazione fornita dal proponente erano tali da non poter essere mitigati o compensati”.
Sulla scelta del tracciato Magenta, che è in sintesi un tracciato Viola con alcune varianti, possiamo dire che non è il tracciato che avremmo voluto; quello che, invece, abbiamo sempre sostenuto è la messa in sicurezza della SS1Bis, invece dell’evitabile impatto distruttivo di una superstrada a 4 corsie.
L’atteggiamento più conservativo, usciti dalla strozzatura di Monteromano, sarebbe stata, la semplice messa in sicurezza, dell’attuale strada statale, aggiustando alcune quote e alcune curve pericolose. Non sfugge a nessuno che il consumo di suolo sarà enorme e di questo nessuno potrà mai esserne orgoglioso, orgoglio che invece ci riserviamo per aver salvato l’area più intatta che ci rimane a Tarquinia, la Valle del Mignone.
Ci rimane infine la perplessità nell’assistere alla generale glorificazione degli ideatori di un progetto che metteva a rischio un’area pregiata del nostro territorio senza alcun ascolto delle ragioni dei cittadini che tutto ciò avevano – con ragione – capito da subito ed il cui ascolto avrebbe risparmiato diversi anni sui tempi di realizzazione”.