Riceviamo dal Comune di Santa Fiora e pubblichiamo
Il Comune di Santa Fiora ha elaborato dei progetti per impegnare i beneficiari del reddito di cittadinanza in servizi di pubblica utilità. Attualmente sono due i cittadini residenti a Santa Fiora che da circa 3 mesi operano a servizio della comunità, grazie ad un primo progetto del Comune: una persona in esterno a supporto degli operai che si occupano di manutenzione del verde e una persona in ufficio, a supporto dell’accoglienza. Altri progetti sono in fase di elaborazione per garantire eventuali nuovi inserimenti, quando verrà segnalata la disponibilità dal Centro per l’Impiego.
“Il Comune con questi progetti assolve prima di tutto ad un obbligo di legge. – spiega Moreno Pomi, assessore comunale ai Lavori Pubblici e decoro urbano – L’attivazione del progetto avviene con la collaborazione del Centro per l’impiego da cui passano tutte le persone che accedono al reddito di cittadinanza, per stipulare il patto del lavoro e redigere il bilancio delle competenze, utile a valutare l’inserimento lavorativo. Il beneficiario del reddito è infatti tenuto a garantire l’immediata disponibilità al lavoro aderendo ad un percorso personalizzato per l’inserimento lavorativo. Sono esenti dall’obbligo, persone over 65, disabili, coloro che devono occuparsi della cura di un figlio con meno di 3 anni o di un familiare disabile, chi si trova in particolari condizioni di salute e chi frequenta corsi di formazione per il conseguimento di un titolo di studio”.
Il principio cardine, ribadito dalla normativa, per quanto riguarda i progetti utili alla collettività è che le attività previste non siano assimilabili a quelle da lavoro subordinato e che l’organizzazione non debba essere sostitutiva delle attività ordinarie, ma ne garantisca un potenziamento.
“Impegnare i beneficiari del reddito di cittadinanza in servizi di pubblica utilità – conclude Moreno Pomi – ci consente di raggiungere due importanti obiettivi: da un lato per il Comune è un significativo aiuto nello svolgimento delle attività ordinarie, dall’altro offriamo a queste persone, che stanno vivendo una condizione di disagio, la possibilità di restare attivi e di acquisire nuove competenze.”