Riceviamo e pubblichiamo
A Bagnolo, una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne spicca tra il verde del parco del Pratuccio. La panchina è stata fortemente voluta dall’associazione culturale Insieme per Bagnolo, che ha aderito al progetto promosso dall’associazione “Non ti scordar di te”, per ricordare tutte le donne vittime di violenza, ma anche per rilanciare un messaggio, da uno spazio pubblico, contro ogni forma di violenza e in favore di una cultura della parità di genere e del rispetto.
L’associazione “Non ti scordar di te”, è nata in memoria di Vanessa Simonini, la ventenne strangolata nel 2009 nella Valle del Serchio. Oggi l’associazione è anche punto di ascolto per il sostegno e l’orientamento delle donne vittime di violenza. L’associazione porta avanti diversi progetti di sensibilizzazione, tra i quali quello delle panchine rosse dedicato alle comunità locali.
La pachina rossa del parco del Pratuccio è stata realizzata dai giovani associati del circolo Insieme per Bagnolo ed è stata inaugurata, in estate, con la benedizione del parroco. Sulla spalliera risalta il messaggio “La violenza è mancanza di vocabolario” mentre sulla seduta si legge “Toccami di vita”. Venti stelle ricordano gli anni di Vanessa Simonini. Chi si siede ha modo di leggere le poesie scritte da Maria Grazia Forli, madre di Vanessa. Il rosso è il colore del sangue versato dalle donne vittime di violenza.
“Non ci si può sedere su questa panchina con leggerezza – afferma Andreina Pinsi, presidente dell’associazione culturale Insieme per Bagnolo – viene naturale farlo con profondo senso di rispetto e provando un nodo allo stomaco. Ma è proprio questo l’obiettivo delle panchine rosse: smuovere le coscienze. E’ importante che si affrontino certe tematiche in uno spazio pubblico, in uno spazio comune. La panchina è un monumento contro il silenzio e l’indifferenza, che sono pericolosi alleati della violenza. Ma vuole anche essere un messaggio di forza e di vicinanza, rivolto alle donne, affinchè trovino il coraggio di riconoscere e denunciare violenza.”