Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni scorsi una donna di circa 50 anni si è rivolta agli uomini della Polizia di Stato della Squadra Investigativa del Commissariato di Tarquinia rappresentando che stava collaborando con l’Interpol per incastrare un cittadino africano che l’aveva truffata.
La stessa, già vittima della c.d. “truffa sentimentale”, avrebbe dovuto effettuare un cospicuo versamento al truffatore per permettere all’Interpol di monitorare la consegna di denaro, così da intercettare l’autore. Ma i poliziotti immediatamente intuivano che detta procedura era il proseguimento della truffa, consigliando all’ignara donna di non procedere con altri versamenti di denaro e di denunciare tutto quanto le era capitato.
La vicenda trae origine da internet, dove la donna viene in contatto con un uomo originario del continente africano con il quale, dopo un lungo scambio di chat, messaggi e chiamate, nasce un legame affettivo che riempie le giornate della malcapitata. Dopo qualche tempo l’uomo, che manifesta la volontà di venire in Italia, inizia a richiedere continuamente denaro, lamentando problemi economici e altre disgrazie. Tutto ciò fino a che la donna, dopo aver svuotato il proprio conto corrente, si rifiuta di versare altre somme. E’ in questo momento che giunge una nota dell’Interpol, con tanto di fotografia del presunto Agente Speciale che le propone la consegna controllata di denaro per assicurare alla giustizia il truffatore.
Fortunatamente, per chiarire alcuni particolari, la donna ha pensato bene di rivolgersi agli uomini del Commissariato di Tarquinia che hanno avviato poi i necessari accertamenti. Esistono centinaia di casi messi a segno da questi veri e propri gruppi criminali; si calcola che le vittime del “romance scam” siano per lo più donne della fascia d’età tra 40 e 60 anni. Per questo fenomeno sono nati gruppi di aiuto, reperibili su internet, in favore di questo tipo di vittime che, oltre a quello patrimoniale, subisce anche un danno emotivo.