Riceviamo e pubblichiamo
Il 2013 è stato un anno pieno di iniziative nella Riserva Naturale Statale “Saline di Tarquinia”, promosse dal Corpo forestale dello Stato che è l’Ente gestore dell’area protetta. Costituita nel 1980 con l’obiettivo di proteggere la preziosa avifauna locale, sia migratoria che stanziale, nel tempo ha visto crescere la sua fama come sito importante anche per l’educazione ambientale, il turismo naturalistico e la ricerca scientifica: si pensi all’iniziativa “Vivere la Riserva”, con la quale viene aperta al pubblico la seconda domenica di ogni mese registrando un crescente numero di visitatori pur nel rispetto delle indispensabili misure di protezione. “Il 2013 è stato un anno cruciale per la Riserva e la sua immagine”, sostiene la Dott.ssa Lorenza Colletti, Vice questore del Corpo forestale dello Stato amministratore delle Saline, “un anno in cui la bontà della gestione naturalistica realizzata con il massimo della professionalità ed il minimo dei costi ha permesso la realizzazione di numerosi eventi di grande rilevanza pubblica e mediatica”. Si pensi a RiservAmica, l’apertura straordinaria al pubblico che si è tenuta per la prima volta il 12 maggio registrando oltre 2.000 visitatori in una sola giornata, visitatori che hanno usufruito di un ricco programma di mostre d’arte e natura, laboratori e visite guidate. Il crescente interesse che le scuole mostrano per la didattica realizzata nell’area è culminato con ForestAmica, organizzata con gli alunni delle scuole medie di Tarquinia il 21 novembre scorso, giornata nazionale degli alberi, consentendo anche la messa a dimora piante tipiche della macchia mediterranea provenienti dai vivai del CFS. Al di là delle numerose visite gratuite di cittadini, turisti e scolaresche, sia locali che provenienti da altre parti d’Italia, la Riserva ha registrato la visita di delegazioni straniere provenienti da Cina, Kazakhstan e Georgia, che hanno avuto modo di apprezzare le caratteristiche uniche del posto, tale da presentare rilevanze naturalistiche e storico-archeologiche. Questa particolarità ha attratto anche l’attenzione dei media tanto che le Saline sono state protagoniste di numerosi programmi televisivi: si segnalano alcune puntate di Linea Verde Orizzonti, Sereno Variabile, Life, uomo natura e Week-end Marco Polo, volte a mostrare la pubblico la bellezza dell’area e ciò che il CFS sta compiendo, giorno per giorno, per proteggerle, gestirle e valorizzarle in modo sostenibile. Tra le innovazioni scientifiche si può ricordare la sottoscrizione di un’apposita convenzione tra CFS ed Università degli Studi della Tuscia – DIBAF sui tirocini universitari, che ha portato già alla formazione di un tirocinante. Di natura archeologica è invece la convenzione sottoscritta con la Sopraintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale per la gestione del prospiciente sito archeologico di Gravisca, che nel settembre scorso ha favorito la scoperta di alcuni pezzi d’arte unici che ha registrato grande eco sulla stampa nazionale e locale. Da non dimenticare, infine, attività quali “l’adozione” di esemplari arborei mediterranei prelevati dal tracciato della nascente autostrada tirrenica, la continua manutenzione e miglioramento di tabellazione, segnaletica, sentieristica per una migliore fruibilità dell’area, la prima segnalazione di un tentativo di nidificazione di fenicottero avvenuta il 3 maggio scorso. Nell’area permangono, purtroppo, delle gravi criticità rappresentate, in particolare, dall’erosione marina e dal degrado di parte delle infrastrutture del Borgo: problematiche che vanno oltre la pura gestione naturalistica della Riserva. Il CFS è, comunque, pronto a fare la sua parte per cercare di contribuire alla loro soluzione ed a tale scopo ha già presentato proposte presso le opportune sedi. ”Un ringraziamento particolare va al personale CFS in servizio sul posto”, riprende la Dott.ssa Colletti, “ovvero gli assistenti Decimo Rosi, Valerio Finori, Alfredo Cea ed Alfredo Massi, che con il loro quotidiano, energico ed appassionato lavoro di gestione e sorveglianza sono i principali artefici della sua conservazione e valorizzazione.” Per il futuro? L’avvio di nuovi programmi di ricerca scientifica promossi dal CFS, l’efficientamento energetico di alcune infrastrutture, la realizzazione di un libro sulla Riserva e di nuovi eventi pubblici sono già in cantiere insieme ad altre iniziative volte a proteggere e gestire sempre meglio un’area protetta unica, integrata in un territorio rurale dalla bellezza e storia senza eguali.