Ancora ferlenghi, di nuovo ferlenghi. Quella sulla riserva per la raccolta dei funghi ad uso esclusivo dei cittadini tarquiniesi è ormai un caso politico.
Secondo la notizia apparsa stamani sulle pagine del Corriere di Viterbo, infatti, la Regione Lazio ha dichiarato la decisione dell’Ente di via Garibaldi in contrasto con le disposizioni normative, in particolare la legge regionale 32/98, secondo la quale “la costituzione di riserve di raccolta è consentita solo previa autorizzazione dell’amministrazione provinciale mentre la possibilità di accedere a tali riserve è subordinata al riconoscimento della qualifica di raccoglitore professionale”.
Immediata ed accesa, nemmeno a dirlo, la reazione del presidente Antonelli, che della difesa della riserva ha fatto una questione quasi personale, in questi mesi, scagliandosi a spron battuto contro ogni oppositore.
“La nota emessa dalla Regione Lazio – le sue immediate parole, affidate ad un comunicato stampa – è un atto, inutile, politico, privo di alcuna valenza legale o impositiva, viziato da incompetenza, tanto a livello funzionale, visto che della materia si occupa la Provincia, quanto per l’ignoranza sulla questione palesata da chi l’ha emessa. Non siamo davanti ad un parere legale, ma alla libera interpretazione di un funzionario regionale che con una solerzia sospetta e sorprendente ha inteso rispondere alle sollecitazioni tutte politiche sull’argomento, evidente il tiro per la giacca”.
“Delle veline – procede Antonelli – emesse dai zelanti funzionari regionali a richiesta, faremo buon uso, inserendoli tra gli atti inutili. Del resto non capiamo la notizia visto che sull’argomento abbiamo dato già riscontro in sede di Consiglio dell’Ente. Convocheremo a breve una Consiglio Aperto sull’argomento in cui spiegheremo ai cittadini cosa sta realmente accadendo e le ragioni di questo accanimento davanti all’esercizio di un loro diritto invitando tutti i protagonista di questa soap opera. Abbiamo già consegnato la nota della Regione Lazio ai legali dell’Ente, esperti in materia di usi civici, affinché impugnino il parere ed ogni atto successivo dinnanzi ai tribunali di competenza, non intendiamo retrocedere di un metro e nel consiglio aperto prenderemo atto oltre le dichiarazioni di facciata di chi ha effettivamente a cuore gli interessi dei cittadini di Tarquinia, ad ogni livello politico”.
In chiusura della nota antonelliana, poi, giunge un’apertura ad una possibile soluzione alternativa “Siamo comunque già pronti a trasformare la riserva in fondo chiuso, con accesso regolamentato sostenendo i relativi costi”.