Riceviamo e pubblichiamo
Venti venti venti. Tre volte venti, che poi fa sessanta, sono i giorni passati dalla consegna al protocollo delle dimissioni dell’ormai ex Presidente Blasi. Due volte venti quelli passati dalla comunicazione in Consiglio e, altri venti, dalla ratifica definitiva delle dimissioni.
Se da una parte è vero che la mancanza di Blasi non si fa sentire affatto visto l’immobilismo che ne ha contraddistinto il (non)operato, è altrettanto vero che un Ente così grande e potenzialmente importante per la comunità non può e non deve restare in queste condizioni di non gestione. Nonostante il largo anticipo con cui la Regione, vista la vicinanza partitica, avrebbe potuto sapere della necessità di nominare un commissario, ancora non è stato individuato ne si sa nulla in proposito. Ciò non fa altro che dimostrare, come se ancora ce ne fosse bisogno, quanto poco sia tenuta in considerazione dal PD l’Università Agraria.
La semplicità con cui hanno gestito l’Ente, solo come contenitore di cariche da dividere per poi abbandonarlo al suo destino una volta constatato che non avrebbero potuto fare come volevano, è davvero irritante se ci si mette nei panni di quanti avrebbero potuto giovare dell’opera dell’Università Agraria e di quanti disoccupati oggi avrebbero potuto trovare un’occupazione direttamente o indirettamente generata da buoni investimenti e buona gestione.
Ad oggi , ormai, non è lecito aspettarsi più nulla da questo PD sempre più preso, come dimostra il Presidente Renzi col suo referendum, ad escogitare modi sempre più subdoli per accaparrarsi maggior potere da sfruttare a favore di pochissimi. Zingaretti faccia presto il suo dovere e consegni all’Università Agraria un commissario ad hoc e che non sia solamente frutto di valutazioni politiche interne al PD.
Movimento Politico Rinnova