La ripresa potrebbe essere difficile per i principali musei francesi: in un momento in cui gli istituti culturali stanno prendendo in considerazione la riapertura in un concatenamento di riunioni e negoziati con i sindacati, questi ultimi si stanno impegnando per negoziare ogni dettaglio. Una vera resa dei conti macchiata di “psicosi post covid” e di una lotta eterna tra sindacati e datori di lavoro.
Riaprire è un pericolo troppo grande per il personale nonostante le drastiche misure sanitarie? Secondo i sindacati, sì. Va detto che il Ministero della Cultura lascia alle strutture l’istituzione del proprio protocollo sanitario, anche se la politica ha comunque dato le sue raccomandazioni.
Nessun piano ufficiale, per lasciare un po’ di flessibilità a musei e altre strutture, e decisioni che non soddisfano, in particolare all’interno delle realtà più sindacalizzate. Nonostante l’inizio dei negoziati per una ripresa dell’attività nelle prossime settimane, CGT Culture il 14 maggio ha presentato un avviso di sciopero e molti lavoratori sindacalizzati minacciano di far valere il proprio “diritto di recesso” se un accordo non lo si trova.
Discussioni già bloccate per molte realtà, il che non suggerisce nulla di buono in vista della riapertura. “Vorremmo tutti riaprire nelle stesse date, per dare un segnale positivo e rassicurante al pubblico, ma per il momento è molto difficile: se l’accoglienza dei visitatori è in fase di completamento, dobbiamo ancora regolare le condizioni di sicurezza sul lavoro”, spiega così a Le Figaro “il gestore di uno dei monumenti più visitati in Francia “, che ha comunque preferito rimanere anonimo.
La paura della malattia spinge anche i sindacati a numerose domande sulle misure sanitarie da adottare: spostamenti di opere, disinfezione di cornici e dipinti… E i negoziati potrebbero essere lunghi, molto lunghi.