Halloween è una celebrazione goliardica, che ormai si diffonde ovunque a colpi di dolcetti, scherzetti e racconti horror. Ma ogni città – ancor di più le metropoli ricche di storia – hanno tante, vere storie da far venire i brividi da raccontare. E se per le vie di Whitechapel, a Londra, lo spettro di Jack lo Squartatore è ancora una morbosa attrazione, Parigi ha una storia di qualche decennio prima forse ancora più inquietante. E quale periodo migliore se non questo, per raccontarla?
Parliamo dell’estate del 1848, esattamente quarant’anni prima delle celebri vicende di sgozzamenti londinesi. La Francia reduce dalla terza rivoluzione – i cui eventi, in quell’anno emblematico per le popolazioni europee, si erano protratti sino a giugno, combina la calura estiva con i brividi d’orrore che provengono da Parigi. Regolarmente, al mattino, nei corridoi del cimitero di Montparnasse vengono ritrovati, i corpi riesumati e mutilati di giovani donne recentemente scomparse. Inutile dire come la vicenda diventi – per usare un termine in voga oggi – virale nelle cronache parigine del tempo, e capace di protrarsi per un inverno intero anche in virtù del nome presto attribuito dalla stampa al misterioso e sfuggente necrofilo: il “Vampiro di Montparnasse”, anche se qualche caso, in verità, si era verificato pure in altri cimiteri parigini, Pere Lachaise incluso.
I dettagli che emergono nelle cronache, una riesumazione dopo l’altra, sono raccapriccianti, con il “vampiro” che, dopo aver lasciato il proprio seme sessuale sulle malcapitate salme, ne apriva l’addome per per estrarre l’intestino e spargerlo attorno alla fossa o alla tomba dove le vittime giacevano in precedenza.
In breve, la ricerca del necrofilo diviene una caccia all’uomo, ma nonostante pattugliamenti e guardianie, per interi mesi l’identità del perverso vampiro rimane sconosciuta; e ancora le era all’inizio del 1949, quando le autorità tentarono una soluzione quasi disperata, installando un sottilissimo filo metallico nei pressi del muro di cinta del cimitero attorno a cui erano state, in passato, trovate le sue tracce, collegato ogni notte ad un’arma che spara un colpo di mitraglia. Che ferirà il sin lì ignoto bersaglio nella notte tra il 15 ed il 16 marzo del 1949, constringendolo alle cure presso il vicino ospedale Val de Grace.
Quella notte, insomma, a Parigi fu fatto quanto, a Londra, ancora si è riusciti a fare: svelare l’identità dell’incubo notturno: il suo nome è François Bertrand, sergente dell’esercito francese senza precedenti di alcun tipo a carico. Il suo processo, organizzato pochi mesi dopo, attirò le folle: eppure, per quello che a quel punto era diventato per tutti il Sergente necrofilo, la condanna non fu che un anno di prigione per il solo capo d’imputazione di violazione della sepoltura. Perché in Francia la necrofilia non è punibile per legge e, ancora oggi, la violazione dell’integrità di un cadavere è punibile con due soli anni di reclusione.