Riceviamo da Alessandro Tizi e pubblichiamo
Aderisco convintamente alla raccolta firme promossa per il referendum contro l’autonomia differenziata proposta dai partiti di opposizione, da decine e decine di associazioni e comitati civici, dai sindacati e dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Un referendum contro la scellerata riforma Calderoli che mina le fondamenta dell’indivisibilità della Repubblica e rischia concretamente di spezzettare l’Italia in una serie di stati senza futuro, senza risorse e senza diritti.
Ho già firmato e invito tutti i cittadini a farlo, oltre la soglia necessaria per la presentazione del quesito referendario, anche per dare un forte segnale al governo Meloni. A questo gioco al massacro sulla pelle dei cittadini noi non ci stiamo e sono convinto che quello della battaglia referendaria sia uno scontro troppo importante per non essere affrontato con tutte le forze a nostra disposizione. Si tratta di una battaglia tra due visioni contrapposte di Italia, l’una incentrata sull’egoismo territoriale e l’altra sulla sacrosanta previsione costituzionale dell’unicità della Repubblica e sulla solidarietà fra le regioni e i territori.
Non tante piccole Italie, quindi, senza futuro e non in grado di rappresentare appieno le istanze e le sempre più impellenti necessità dei cittadini. Quella che si sta portando avanti, insieme a migliaia di cittadini di molti fronti politici diversi, è una difesa dei servizi pubblici essenziali che devono rimanere ancorati ad una visione egualitaria nazionale e che sono stati raggiunti nel corso del Novecento a seguito di battaglie epocali.
Non da ultimo una forte preoccupazione, già espressa nel corso del Congresso dell’ANPI di alcuni anni fa, è quella sul futuro della tutela del patrimonio culturale. Un tema per me fondamentale e che rischia di passare sottotraccia. Il pericolo si fonda sulla previsione di uno spacchettamento regionale anche di questa prerogativa statale. Un rischio che non può essere corso. Verrebbe meno il sistema, già ampiamente in affanno, che comunque ancora contraddistingue il nostro Paese.
Anche a Tuscania è nato un ampio e compatto fronte per il No attraverso il coordinamento di partiti, associazioni, ANPI e sindacati, con la partecipazione diretta di moltissimi cittadini. Questo fronte del No all’autonomia differenziata va sostenuto e ampliato. Io ci sono.