Non so se, improvvisamente, con il caldo afoso e il declino delle speranze di una riscossa economica che si allontana sempre più, si sia instaurata una sorta di resa integrale dell’opinione pubblica a fronte di fatti che dovrebbero, almeno, essere già stati segnalati per il peso che aggiungono alla presente, onerosa e preoccupante situazione in cui versa l’intero Paese.
È trascorso oltre un mese da quando il prezzo dei biglietti e degli abbonamenti per tutti i trasporti pubblici che collegano Tarquinia con le varie e principali città regionali è aumentato – e di colpo – in maniera ragguardevole.
E che, gradualmente, ci siano aumenti agganciati ai maggiori costi dei carburanti, ad esempio, o ad altri rincari sulla gestione del personale, ci sta pure ma, nel momento in cui questi rincari arrivino a superare il 33% (è il caso del BIRG da Tarquinia per Roma che passa da 9,00 a 12,00 euro), a fronte di servizi sempre più scadenti, allora, c’è qualcosa che non quadra.
Come non quadravano, ed erano già evidenti, le intenzioni delle FS quando venne chiusa la biglietteria servita dal personale presso la stazione; servizio ora sostituito da una macchina automatica che rilascia i biglietti previo pagamento da effettuare esclusivamente con carte di credito. E proprio qui si fissa l’attenzione.
Alla impersonale, e implacabile, freddezza della “bigliettaia” elettronica fa compagnia, da anni, il vuoto del vano dell’ex bar-edicola-tabaccheria chiuso perentoriamente da un graticcio che sembra voler sottolineare lo squallore in cui versa l’insieme dei locali della stazione ferroviaria; il luogo, cioè, che un tempo era il posto dove era normale incontrare il ferroviere, le mitica e affidabile figura a cui ognuno di noi si rivolgeva con fiducia per ogni necessità relativa al viaggio, ora sparito.
Ciò non bastasse per rappresentare le conseguenti difficoltà derivanti da queste condizioni per i viaggiatori, da qualche mese è arrivata l’ultima “chicca”: i bagni pubblici annessi alla locale stazione ferroviaria di Tarquinia sono chiusi. Ma non chiusi così, con una mandata di chiavistello ma, letteralmente “blindati”, con tanto di lamiere metalliche saldamente infisse sulle porte dei bagni.
Bello è, dopo un viaggio a bordo di un treno regionale, preso alla stazione di S.Pietro in Roma – direzione Tarquinia, in un pomeriggio d’un giorno d’inizio estate (esperienza diretta dello scrivente- sic), avendo trovato posto solo in piedi nello spazio tra un compartimento e l’altro e già affollato da almeno dodici (leggasi – 12 -) persone e relativi bagagli, con le porte degli scompartimenti chiuse dal sistema “a molla” (?), rischiando, insieme agli altri sventurati passeggeri compressi in quello spicchio d’inferno, lo svenimento per il caldo e, forse, per la carenza d’ossigeno, impossibilitato a raggiungere il bagno dal sovraffollamento dei vagoni (tentativo inutile poiché, a detta degli abituali frequentatori della linea, le toilette sono spesso chiuse), scendere e andare ad urinare con la vescica gonfia e dolente in mezzo ad una simil discarica abusiva vicina al parcheggio della stazione ferroviaria di quella che dovrebbe essere una città d’Arte.
È noto che esiste una norma (qui un approfondimento) per la tutela per gli animali trasportati vivi, ai quali, deve essere garantito uno spazio per muoversi ed espletare i propri bisogni, acqua per dissetarsi, ventilazione e sistema di controllo della temperatura del vano carico e, in caso di lunga percorrenza, anche somministrazione degli alimenti; tutto ciò al fine di evitare agli stessi inutili sofferenze. Viene da chiedersi: secondo i gestori dei trasporti, a quale specie appartiene quell’animale bipede che, pagando sempre più, viaggia sui treni passeggeri e non merita più attenzioni di un maiale o d’una pecora?
Tabelle degli aumenti del costo dei trasporti
Corsa semplice da Tarquinia
1 – costo precedente: 1,00 euro – costo attuale: 1,20 euro
2 – costo precedente: 1,20 euro – costo attuale: 1,30 euro (verso Monte Romano o Montalto)
3 – costo precedente: 2,00 euro – costo attuale: 2,20 euro (verso Civitavecchia)
5 – costo precedente: 3,10 euro – costo attuale: 3,40 euro (verso Viterbo)
Birg
1 zona – costo precedente: 2,50 euro – costo attuale: 3,30 euro (per Viterbo o Civitavecchia)
2 zone – costo precedente: 4,50 euro – costo attuale: 6,00 euro (per Viterbo passando da Tuscania)
5 zone – costo precedente: 9,00 euro – costo attuale: 12,00 euro (per Roma)
Biglietti FS
Tarquinia – Roma Ostiense – costo precedente: 4,90 euro – costo attuale: 5,40 euro
Tarquinia – Roma Termini – costo precedente: 5,90 euro – costo attuale: 6,90 euro
Tarquinia – Roma San Pietro – costo precedente: 4,50 euro – costo attuale: 5,00 euro
Abbonamenti
1 zona (per Viterbo o Civitavecchia) – costo precedente: 21,00 euro – costo attuale: 24,50 euro
2 zone (per Viterbo passando da Tuscania) – costo precedente: 30,00 euro – costo attuale: 35,00 euro
5 zone (per Roma) – costo precedente: 78,00 euro – costo attuale: 91,00 euro