Riceviamo e pubblichiamo
Tremila tonnellate di pesce pregiato, un fatturato complessivo di oltre 25 milioni di euro all’anno, oltre 350 addetti operanti nel settore. Sono questi i numeri importanti del Polo produttivo dell’acquicoltura di Orbetello, una realtà consolidata che la Provincia di Grosseto adesso intende promuovere attraverso un progetto speciale: si tratta della “Creazione di un partenariato tra operatori del settore dell’acquicoltura nel comprensorio di Orbetello ed Istituzioni di Ricerca”, finanziato dal Fondo Europeo della Pesca.
Oltre alla Provincia, capofila del progetto, sono convolti il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, il Nofima – Norwegian Institute of Food, Fishery and Aquaculture, il Comune di Orbetello ed il Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca. Tra gli operatori locali, invece, Orbetello pesca lagunare, Cosa, Ittimas, Il Vigneto e Coo.P.a.m.
Tra le finalità principali del progetto, c’è contribuire in modo sostenibile a una migliore gestione e conservazione delle risorse; accrescere le competenze professionali e sviluppare nuovi metodi e strumenti di formazione; promuovere il partenariato tra scienziati e operatori del settore della pesca; realizzare collegamenti in rete e scambi di esperienze e migliori pratiche tra le organizzazioni che promuovono le pari opportunità tra uomini e donne e altre parti interessate.
Il progetto di partenariato, con importanti istituzioni di ricerca sia nazionali che estere, è un’occasione strategica per introdurre elementi di innovazione tecnica e scientifica soprattutto per la qualità delle produzioni e delle prestazioni produttive, attraverso il miglioramento genetico delle specie allevate. Il piano intende, infatti, mettere a disposizione degli operatori conoscenze scientifiche applicative acquisite anche in settori contigui e orientare le istituzioni di ricerca verso tematiche di ricerca applicata che rispondano appieno alle esigenze del settore.
La ricaduta del progetto potrà avere effetti su più livelli: innanzi tutto, un aumento dell’occupazione, legato alla conduzione del programma di selezione genetica, della produzione degli avannotti e della vendita di “genetica”, ossia di animali caratterizzati da parametri produttivi superiori alla media. Ulteriore beneficio sarà, poi, l’aumento della redditività dell’attività di allevamento ittico, grazie all’impiego di soggetti geneticamente selezionati, le cui caratteristiche produttive risulteranno, anche qui, superiori alla media. Infine, si contribuirà al miglioramento della redditività di aziende, anche site fuori dai confini regionali e nazionali