di Attilio Rosati
Corneto sugli scudi: il manipolo di superstiti di una compagine falcidiata da squalifiche, assenze, infortuni e defezioni improvvide mostra sul campo de La Storta Calcio di poter competere con chiunque, sempre e comunque a viso aperto e senza timori reverenziali nei confronti di nulla e di nessuno. Mister Ercolani, schiera due punte e un trequartista, a dimostrazione di volersela comunque giocare, e i ragazzi ripagano la sua fiducia con un primo tempo per molti versi clamoroso. I romani non trovano spazi e la loro rabbia agonistica s’infrange in ogni settore del campo sull’argine della volontà etrusca. Iacomini, per quarantacinque minuti inoperoso, esorta i suoi e li incita a non mollare.
Nella ripresa gli ospiti, che in pratica non hanno cambi – in panchina due esordienti della juniores che peraltro sabato avevano lottato con onore per la loro squadra ed erano stanchi –, cominciano ad avvertire i segni della stanchezza: Mister Porcelli, che è uomo intelligente, si avvede del calo fisico degli ospiti e comincia a mettere in campo tutto lo scibile umano in fatto di punte di cui dispone. È ragionevolmente sicuro di spuntarla ma non ha fatto i conti con Iacomini, la rondine di Blera, che in tre occasioni nega ai romani la gioia del gol con tre voli niente affatto pindarici. Frustrazione per Egidi e Bascoccia che si vedono scardinare dalla porta tre potenziali gol. Il tempo scandisce la frustrazione dei romani e, al tempo stesso, la rabbia agonistica dei tarquiniesi che non cederanno mai, fino al fischio finale, conquistando un punto che vale molto di più di una vittoria. I cretini conclamati – pochi in verità – che sostenevano che alcuni di questi ragazzi non sanno mostrare gli attributi in trasferta si dovranno prima sciacquare la bocca e poi, finalmente, tapparsela. Se hanno un po’ di pudore. Arbitraggio impeccabile.