di Luciano Marziano
In un esilarante articolo apparso su Venerdi di Repubblica dell’agosto scorso, Filippo Ceccarelli riferisce dello scivolare in un inarrestabile trash da parte di Andrea Diprè, peraltro, ripreso da tante foto in rete “con sguardo lievemente strabico, non di rado stravolto dall’alcool o dalle droghe”.
Sua recente impresa, sempre a detta di Ceccarelli, è la costituzione, insieme a tale Sara Tommasi, soubrette, di un privè accompagnato da una clip pubblicitaria nella quale ambedue appaiono “sommersi da banconote e intenti a inalare polvere bianca” . Accompagna le immagini un inno rap che, quale motivo conduttore, ha due versi che fanno riferimento al basilare programma dipreiano e che dicono “Coca e mignotte/tutta la notte”.
Tale personaggio – e questo è il motivo della citazione – per un paio d’anni ha sfarfalleggiato per Tarquinia quale mallevadore di un velleitario movimento cosiddetto artistico che ebbe anche accoglienza solenne nell’austera sala del Consiglio comunale per la cerimonia di premiazione in un concorso al quale partecipavano una caterva di pittorini, pittoresse, pittorucoli. In quell’occasione fu dato di assistere alla presenza di Andrea Diprè, assiso al tavolo delle autorità insieme ad amministratori locali non parchi di elogi ossequiosi per l’ospite del quale venivano espressi lusinghieri apprezzamenti per i meriti di venditore imbonitore in televisione di cosiddette opere d’arte, ben spesso di infimo o di discutibile valore.
Cotali sono fenomeni che, pur filtrati dal provvidenziale disincanto maremmano che ne mette a nudo la natura effimera, a volte, depositano seduttive sostanze culturalmente inquinanti. Ne consegue che, a seguito del realizzarsi di eventi, manifestazioni che, avallati da autocelebratori proclami, espressi con abile cosmesi verbale da parte dei proponenti, anche per carenza di parametri valutativi da parte dei destinatari delle proposte, nulla viene lasciato nella contestualità territoriale. A parte qualche debito.