Riceviamo e pubblichiamo
Lettera aperta.
La preside dell’Istituto Cardarelli si nasconde dietro ad un dito. Alle lamentele di un genitore, in particolare su un professore, si permette di dare lezioni circa l’Insegnamento da dare ai nostri figli. Mi fa sentire un padre snaturato ed a fianco ho una moglie ed una madre peggio di me.
Io non difendo a spada tratta mio figlio, bensì sono in cerca della verità, come dovrebbe fare un buon genitore, per cui, egregia Preside, non pretenda di dare lezioni ai genitori, ma si impegni a svelare la realtà, anche se per lei è già chiarissima ma dura da ammettere.
Chi sbaglia paga, dice il proverbio, ma non tutti siamo in grado di ammettere i nostri errori. Dunque, siccome ci troviamo nel Lazio, regione culturalmente poco afflitta dal problema omertà, Le chiedo signora Preside di manifestare la sua volontà atta ad eliminare il problema venutosi a creare, facendo riferimento in particolare ad un professore. L’unica soluzione per arrivare alla verità è indire una riunione tra Lei, i professori, in particolare uno, genitori e studenti.
Le faccio presente, come già a Lei noto, che il problema con tale professore non esiste solo nell’indirizzo Agrario, bensì su tutte le classi dove è impegnata e dove – a nostro avviso – non svolge il suo mandato come previsto, tenendo un comportamento poco consono alla sua funzione.
Sono sicuro che, se Lei ha il coraggio, e non so, di fare questa discussione collegiale, i problemi esistenti scemeranno nel più breve tempo possibile e questa sarebbe la dimostrazione di quanto Lei asserisce, e cioè che la scuola adempie ai suoi doveri per il bene dei ragazzi, non dando per scontato che a sbagliare siano sempre loro.
La ringrazio anticipatamente e sono a disposizione per eventuali altre proposte.
Cordiali saluti
Marco Ardu