Riceviamo e pubblichiamo
“Basta polemiche sui giornali. Pronti ad un confronto pubblico. È giusto che i cittadini di Monte Romano conoscano la verità. Quella in atto è una campagna di disinformazione atta solamente a giustificare le lacune amministrative dell’Università Agraria di Monte Romano. – spiega l’assessore Alberto Blasi – Nelle dichiarazioni del Presidente Boni, poche idee e confuse. Patetico il tentativo di far sembrare l’Università Agraria di Tarquinia il lupo cattivo. Falso che non si è risposto alla richiesta di proroga, si è negata perché c’è un giudizio in atto. Nessuna proposta transattiva ufficiale dopo il 2009. Se con tale si intende la lettera del legale dell’Ente, evidente l’insufficienza”.
“Prima Boni ci accusa di risarcimenti danni fantasiosi – prosegue Blasi – poi ci propone i beni disponibili dell’Università Agraria di Monte Romano, evidente lo stato di confusione. Come si può fare una transazione con chi non riconosce l’importo del debito e non sa quanto patrimonio serve per far fronte al debito stesso? Siamo davanti a responsabilità serie di tipo amministrativo”.
“Il riferimento alla datio in solutum tra Università Agraria e Comune di Tarquinia è esempio che Boni dovrebbe capire prima di citare. Per arrivare ad un simile atto è necessario un parere della Corte dei Conti, perizie fatte dall’Agenzia delle Entrate, valutazioni sulla reale disponibilità dei beni. Evidente che non basta una letterina, serve una proposta seria e circostanziata. Trovare un accordo è interesse di Monte Romano – conclude Alberto Blasi – perché come sancito dalla Corte di Cassazione non stiamo valutando con giudizio in corso se c’è un danno, ma a quanto questo ammonti. Palese l’uso del seminativo per oltre venti anni, evidente il taglio dei boschi, il danno esiste ed è ingente. I cittadini di Monte Romano tengano bene a mente quanto statuito ai sensi all’art.46 del R.D. n.332/28: quando le rendite delle terre non bastino al pagamento delle spese su di esse gravanti….l’Università Agraria potrà per sopperirvi imponendo agli utenti un corrispettivo per l’esercizio degli usi consentiti”