Riceviamo da Renato Bacciardi e pubblichiamo
In questi giorni Tarquinia ha assistito incredula all’abbattimento degli incolpevoli “Pini del Lido”, vittime dell’incuria, dell’incapacità amministrativa e di scelte sbagliate.
Una vera e propria “strage”, diventata – ahinoi! – un evento mediatico, tanto da indurre il noto attore Alessandro Gassmann, a protestare sui social con tanto di foto a riprova dello scempio, amplificando l’orrenda immagine che l’amministrazione ha voluto dare di sé stessa, e, cosa ancor più grave, di una città che non avrebbe a cuore nessuna attenzione paesaggistica né ambientale. Una pubblicità di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Tarquinia, lo sappiamo, merita di più: la sua storia, la sua cultura e la bellezza del territorio, sono
fattori che dovrebbero produrre e restituirle notorietà. Dobbiamo registrare l’ennesimo fallimento di quella politica che ha perso, o forse non ha mai avuto, la capacità di dialogare, coinvolgere e ascoltare: la politica che ha scelto il muro contro muro.
Era necessario un intervento – è probabilmente vero – ma non doveva essere così. Era giusto coinvolgere la cittadinanza, spiegare, valutare e decidere nelle sedi opportune.
Quello che mi ha colpito in queste ore, ma soprattutto nei giorni precedenti all’abbattimento, è stato il silenzio dei colpevoli, ovvero quello degli amministratori attuali, di chi siede in maggioranza nel Consiglio comunale o chi affianca il sindaco nella giunta, che hanno confermato di essere complici ininfluenti e quindi incapaci di incidere su qualsiasi scelta. Senza alcuna contrarietà o, al massimo, trincerati dietro vergognoso e imbarazzato silenzio.
I pini abbattuti sono solo la punta di un iceberg. Il Lido nel suo complesso sta pagando un prezzo assolutamente ingiusto e il disinteresse è negli occhi di chiunque non sia cieco. Regna il degrado e l’abbandono.
Alberi tagliati orribilmente, ma anche alberi piantumati e abbandonati in buona parte già insecchiti e morti; piste ciclabili che finiscono nel nulla; strade colabrodo che si allagano alle prime piogge; giardini attrezzati senza manutenzione e pericolosissimi per i bambini; l’assurda guerra delle “Saline” ancora offlimits; l’ormai quasi del tutto scomparso “Porticciolo”. Il Lido negli ultimi cinque anni è stato protagonista d’assalto solo per la ZTL: i divieti, le multe e i parcheggi a pagamento: troppo poco per chi ha promesso sviluppo e crescita; troppo poco credibile per chi annunciava “rigenerazione”.
In queste difficoltà, molte attività commerciali stanno comunque provando a dare nuova vitalità al Lido, ma debbono combattere contro un’amministrazione che, sorda a qualsiasi tipo di appello, indisponibile al dialogo, iper-allergica ad ogni critica anche se costruttiva e propositiva, riesce a concretizzare solo ostacoli. Questo modo di fare politica è fallimentare. Per il futuro ci si deve interrogare sul cosa fare, come fare e, soprattutto, con chi.